Riscatto della laurea, il blocco potrebbe valere solo in futuro: salvo chi ha già pagato

Pubblicato il 31 Agosto 2011 - 09:08 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi

ROMA – Le polemiche sul riscatto della laurea e del militare hanno costretto il governo a un dietrofront. La norma che prevede l’intervento sulle pensioni dunque è quindi saltata, così ha deciso il governo al lavoro sul testo della manovra. In particolare lascia perplessi la costituzionalità del provvedimento che riguarda il mancato computo ai fini del calcolo dell’anzianità degli anni dell’università e del servizio militare.

Come ovviare a questa lacuna del testo? Il provvedimento potrebbe essere salvato da una “norma transitoria”. Una prima schiarita è arrivata dal relatore di maggioranza Antonio Azzollini che ha annunciato una nuova norma per escludere dalle nuove regole chi ha già presentato la domanda di riscatto. In pratica chi ha già pagato (e per la laurea si tratta in genere di migliaia di euro) può stare tranquillo.  Le nuove regole quindi varrebbero solo per chi volesse riscattare dal 2012 in poi, quindi solo per avere una pensione più ricca e non per raggiungere i 40 anni di contributi e lasciare il lavoro.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha incontrato il ministro della semplificazione Roberto Calderoli proprio per verificare l’impatto ”sociale” degli interventi in materia previdenziale. L’esclusione dei periodi di laurea e di servizio militare potrebbe riguardare circa 100.000 lavoratori l’anno (secondo i calcoli più prudenti, 130.000 secondo stime sindacali), persone che a fronte di aspettative ”tradite” potrebbero decidere di avviare un contenzioso con buone possibilità di vincere la causa. I nodi sul tappeto sono diversi e renderanno difficile mantenere in campo l’intervento aprendo la via a modifiche.

In particolare le ipotesi avanzate dalla maggioranza avrebbero danneggiato chi ha riscattato gli anni di laurea. Chi va in pensione con il metodo retributivo e 40 anni di anzianità, infatti, avrebbe ricevuto al massimo l’80% della media delle retribuzioni degli ultimi anni. In questo caso l’esclusione degli anni di laurea dal conteggio dei 40 anni sarebbe valso non solo per i tempi di pensionamento (con un rinvio di 4 anni) ma anche per il calcolo dell’assegno dato che il rendimento massimo non può superare l’80%. Chi ha riscattato gli anni di laurea sarebbe stato quindi doppiamente beffato perché avrebbe pagato per non ottenere nulla in cambio.

Ora che il blocco del riscatto è stato accantonato serve quindi una nuova idea per recuperare soldi: allo studio ci sarebbe un secondo scudo fiscale, magari procedendo con un accordo con la Svizzera (destinazione privilegiata di molti evasori) come già ha fatto la Gran Bretagna. In questo caso la tassa per far rientrare i capitali in Italia sarebbe al 27%.