Quanto rischia l’Italia se Gheddafi si vendica?

Pubblicato il 20 Marzo 2011 - 15:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il leader libico Muammar Gheddafi ha promesso l’inferno all’Occidente traditore, Italia compresa. Adesso che i cieli di Tripoli brillano sotto le bombe americane, francesi e britanniche e Roma ha dato tutto il supporto a questa operazione cosa farà il rais se dovesse restare aggrappato al potere?

Se si vendicasse che prezzo pagherebbe il governo italiano per aver assecondato la risoluzione Onu e la fermezza di Francia, Usa, e Gb nel volere mandare a casa il colonnello a tutti i costi con l’azione militare?

Come fa notare Fiorenza Sarzanini dalle colonne del Corriere della Sera Silvio Berlusconi ha detto pubblicamente che “missili a disposizione  di Gheddafi non hanno la gittata sufficiente per raggiungere il suolo italiano”.

Come fa a essere così sicuro il presidente del Consiglio? La Libia potrebbe colpire Lampedusa, Linosa o Pantelleria perché la sua industria bellica è stata abbondantemente rimodernata e i soldi per armarsi non gli mancano.

Il rais ha scritto al presidente Usa Barack Obama e a quello francese Nicolas Sarkozy, ha ignorato per ora l’Italia, co cui ha siglato due anni fa un trattato di amicizia in cui si impegnava anche a gestire e controllare il flusso di immigrati nel Mediterraneo. E adesso? Ci riempirà di immigrati come tuona la Lega e non solo?

A Lampedusa è già al collasso e l’intelligence è in allerta per controllare le frontiere marine. Per ora, spiega Sarzanini, “un dispositivo particolare è scattato a protezione delle ambasciate e più in generale di tutte le sedi diplomatiche degli Stati coinvolti nei raid, così come sempre avviene in caso di una crisi internazionale tanto grave. Non risulta che i servizi di intelligence abbiano trasmesso al governo segnalazioni specifiche su possibili azioni progettate sul territorio. Ma due anni fa nessuno previde che Mohamed Game, cittadino libico residente da anni in Italia, si sarebbe fatto esplodere di fronte alla caserma Santa Barbara di Milano per protesta «contro il governo e Silvio Berlusconi responsabile della politica estera»”.