Giudizio abbreviato, patteggiamento e dibattimento: ecco le tre strade davanti a Berlusconi

Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 17:19 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

ROMA – Scegliere il giudizio abbreviato o il patteggiamento, oppure farsi sottoporre al ”normale” dibattimento. Sono le tre strade che si aprono davanti al presidente del Consiglio dopo che il gip di Milano ha disposto per lui il giudizio immediato per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile nell’ambito del caso Ruby. Il codice di procedura penale prevede infatti che in caso di giudizio immediato, che è un rito speciale caratterizzato dalla mancanza dell’udienza preliminare e a cui si ricorre quando vi sia l’ ”evidenza” della prova, l’imputato abbia 15 giorni di tempo dalla notifica del relativo decreto per chiedere di essere sottoposto al giudizio abbreviato o in alternativa il patteggiamento; diversamente, viene sottoposto al processo ordinario.

L’abbreviato presenta il vantaggio che si celebra in camera di consiglio, cioè a porte chiuse, e in caso di condanna comporta la riduzione di un terzo della pena; ma ha lo svantaggio che la decisione viene presa allo stato degli atti, sulla base cioè di quanto è stato raccolto dalla procura e dai difensori con le proprie indagini. E’ però possibile chiedere questo rito ponendo condizioni, come per esempio l’assunzione di determinati testimoni. L’ipotesi più probabile è  comunque che il premier scelga la via ordinaria. Ma anche in questo caso le sorprese non mancherebbero. La stessa prima udienza potrebbe slittare se i difensori del presidente del Consiglio facessero valere il legittimo impedimento,magari per la convocazione concomitante di un Consiglio dei ministri.

Dopo la recente sentenza della Consulta ora l’impedimento del premier a comparire in giudizio va valutato nel concreto dai giudici, ma comunque potrebbe essere riproposto nelle varie udienze del processo. Solo nella fase iniziale, e dunque prima dell’apertura del dibattimento, i legali di Berlusconi potrebbero invece sollevare le eccezioni sulla competenza del tribunale di Milano a giudicare il premier: sostenendo come hanno già fatto che l’unico soggetto ”titolato” è il tribunale dei ministri per quanto riguarda la concussione, e il tribunale di Monza per la prostituzione minorile.

Una questione su cui aleggia lo spettro del conflitto di attribuzioni, dopo che la Camera dei deputati ha escluso la competenza della procura di Milano. Solo nella fase iniziale del processo gli avvocati del premier potrebbero inoltre contestare la correttezza dell’operato del gip nel valutare la sussistenza dell’evidenza della prova sulla base della quale è stato disposto il giudizio immediato.