Regionali Sicilia, rivoluzione: solo il 30% vota i partiti. A destra: o astensione o Grillo

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 29 Ottobre 2012 - 19:59 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni Regionali in Sicilia (LaPresse)

PALERMO – Una rivoluzione: il risultato delle regionali in Sicilia qualcosa per la prima volta nella storia elettorale non solo siciliana ma italiana. Per la prima volta la protesta si esprime tutta fuori dal perimetro politico, traducendosi in una percentuale bassissima di voti per i partiti tradizionali (guarda il voto alle liste). Se aggiungiamo al 53% di astenuti il 36% dei votanti (che sono stati il 47,4%, l’affluenza più bassa di sempre nell’isola) che ha scelto il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, i Forconi o le liste civiche, otteniamo che solo il 30% circa, vale a dire 3 siciliani su 10, hanno votato per i partiti.

La metà, rispetto alle regionali del 2008, nelle quali più o meno il 60% sul totale degli aventi diritto al voto aveva crociato simboli tradizionali. Non era mai successo. Vuol dire che tutte le forze ora presenti in Parlamento in Sicilia e con ogni probabilità in Italia sono minoranza.

Un secondo dato che fa riflettere e che indica un’inversione di tendenza: l’elettore di centrodestra, maggioranza schiacciante in Sicilia (ricordarsi il 61 seggi su 61 conquistati alle politiche del 2001 o il 65% col quale fu eletto Lombardo alle precedenti regionali) e maggioranza nel resto d’Italia, o non vota o vota Grillo.

Togliendo l’Udc dalla sua naturale collocazione di centrodestra, abbiamo che Pdl, Mpa, Fli e Grande Sud raccolgono il 32% del 47% dei siciliani che è andato a votare. Alle elezioni del 2008 in Sicilia avevano il 48% del 66% che si era recato alle urne. In valori assoluti parliamo di 620 mila voti al centrodestra oggi che erano 1 milione 300 mila nel 2008. Settecentomila elettori in libera uscita sono rimasti a casa o sono andati a mettere a ingrossare la percentuale di voto grillino.

Certo non sono confluiti nel Pd, in calo di cinque punti percentuali (dal 18,8% al 13,5%) rispetto a quattro anni fa, nonostante sia il partito che esprime il candidato vincente, Rosario Crocetta. E certo non sono andati a fare le fortune di tutte le sigle a sinistra del Pd, (Idv, Sel, Verdi, Fds) che raggranellavano il 6,7% nel 2008 e si accontentano di una percentuale analoga oggi.

Astensione o voto di protesta che preferisce il “movimento” (meglio se 5 Stelle) al “partito”. La Sicilia anche stavolta anticipa quello che accadrà su scala nazionale. Dove del resto tutti gli ultimi sondaggi accreditano una percentuale di astenuti, schede bianche e indecisi che va dal 40 al 55% e un consenso ai partiti in calo netto e trasversale.