“Roberta Lombardi rischia il posto”: il Fatto dopo retromarcia M5s su Roma

Pubblicato il 22 Aprile 2013 - 09:16| Aggiornato il 6 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La retromarcia su Roma del Movimento 5 stelle è stata un flop e ora Roberta Lombardi, rischia il posto di capogruppo alla Camera, scrive il Fatto Quotidiano. La piazza è quella dei Santi Apostoli, gli attivisti ci sono, ma a mancare è un palco su cui Beppe Grillo possa salire e parlare in sicurezza. E quando il leader di M5s si ritira all’hotel Forum, dopo aver salutato la folla dal tetto di un’auto, è il capogruppo al Senato Vito Crimi che tenta di parlare. Ma  alla manifestazione in piazza, nessuno che abbia preparato un megafono.

La Lombardi la sera di domenica 21 aprile si è recata all’hotel Forum per scusarsi, ma secondo il Fatto Quotidiano non è stato sufficiente:

“Tre minuti di orologio ed è già giù, al piano terra dell’hotel Forum. Il logorroico leader del Movimento non ha troppa voglia di parlare con lei. La “marcia su Roma” è stata una frana. E chi l’ha organizzata adesso non se la può cavare chiedendo scusa. Bisogna tornare a sabato sera, al dopo elezioni del Quirinale, per capire come si è arrivati alla giornata più disorganizzata della storia dei Cinque Stelle”.

La disorganizzazione della marcia a Roma è evidente. Troppo poco preavviso, impossibile ottenere le autorizzazioni necessarie dalla Digos e organizzare la sicurezza per Grillo, che giunto alle 15,30 in piazza Santi Apostoli trova solo una decina di attivisti del movimento con pettorina gialla a fargli da scorta. Niente palco da cui parlare, nemmeno un camion. Ai militanti, dopo che Grillo abbandona la piazza, non resta che marciare da soli in corteo. E così arrivano fino al Colosseo, passando sotto l’hotel di Grillo, scrive il Fatto quotidiano:

“Sfilano – inconsapevoli – anche sotto le finestre dell’hotel dove Grillo è asserragliato e piuttosto nervoso: “Non mettetemi mai più in una situazione del genere”. Le ire arrivano fino a Milano. Con una telefonata, Casaleggio viene avvertito che il corto circuito è partito da Roma. Da chi non ha saputo organizzare il primo comizio dopo piazza San Giovanni. “Non l’abbiamo organizzato noi – spiega dallo staff Claudio Messora – chiedete ai romani che hanno voluto Beppe qui”. Nemmeno i romani, per la verità, sono contenti. Lombardi tenta (invano) la carta del chiarimento, altri non vogliono sentire il peso della responsabilità: “La prossima volta prima di annunciare che arriva a Roma, si organizzasse. Le faccia sulla sua pelle queste cose, non sulla nostra”.”

Il flop in piazza Santi Apostoli è l’ennesima “gaffe” di Roberta Lombardi e i malumori si fanno sentire. L’arroganza dimostrata con Giorgio Napolitano, le dichiarazioni sul fascismo, il portafoglio rubato con dentro le ricevute per richiedere il rimborso e anche la “cazziata” di Gianroberto Casaleggio. Il Fatto quotidiano parla dei malumori interni:

“Pochi giorni fa, in assemblea, una senatrice Cinque Stelle, le ha detto chiaro e tondo: “Se non sai connettere il cervello con la bocca, forse è meglio che tu non faccia più la capogruppo”. In sala, scende un silenzio assordante. Lei risponde: “Quando volete, le mie dimissioni sono sul tavolo”. Alla fine l’assemblea ha deciso di rimandare la questione a dopo l’elezione del Capo dello Stato. Oggi Napolitano giura”.