Roberto Calderoli sotto choc dopo lite con Bossi: “Ho pensato di mollare”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2013 - 19:28 OLTRE 6 MESI FA
Roberto Calderoli

Roberto Calderoli (foto LaPresse)

ROMA – Un Roberto Calderoli ancora sotto choc e che, dopo il faccia a faccia non programmato con Umberto Bossi sul palco di Spirano, ha anche pensato di “mollare”. Il giorno successivo allo scontro, insomma, non porta tranquillità nella Lega.

Calderoli affida a una lunga intervista al Corriere della Sera le sue riflessioni a freddo. Innanzitutto nessun pentimento: “Lo rifarei e se sarà necessario lo rifarò” dice l’ex ministro. Perché, per Calderoli, se c’è qualcuno che è uscito fuori dal seminato è il Senatur:

“Lo sconcerto sulle facce dei militanti mentre Umberto Bossi parlava ce l’ho stampato qui, nella mente. Espressioni che non voglio rivedere più. […]  Umberto ha cominciato a dire quelle cose. Io ero accanto a lui, ho visto il disorientamento dipingersi sulle facce di chi avevo davanti. Immaginiamo il militante o l’elettore che sconcerto può provare sentendo il presidente della Lega parlare così della Lega stessa, del segretario federale o di quelli nazionali. Perché dovrebbero votarci? Mi son detto: adesso basta”.

Non solo. A Anna Gandolfi che gli ricorda come sia considerato uno degli uomini di Bossi Calderoli spiega:

“E mi sono sentito di correggerlo in pubblico proprio perché sono al di fuori delle parti. Ci voleva qualcuno con un’anzianità di servizio e di lavoro svolto che potesse fare certe dichiarazioni. Ho preso il microfono per il bene della Lega ma anche per il suo, di Bossi: i militanti rischiano di non capirlo più”.

Bossi, secondo Calderoli, è mal consigliato. Scrive ancora il Corriere:

Per dare una spiegazione a certe uscite del senatùr, nel partito si dice: «È mal consigliato». Non è una versione un po’ comoda? 

«C’è ancora chi butta benzina sul fuoco».Lui sembrava convinto. «Qualcuno lo sollecita in direzione errata. Bossi potrebbe essere davvero il simbolo del movimento, il presidente della Lega dovrebbe essere garanzia di unità. Invece non è così. Purtroppo».

Lei ha parlato di un nuovo segretario federale. «Deve arrivare il momento in cui il testimone viene passato da Bossi e Maroni, che si è detto d’accordo, a un nuovo segretario. Quel passaggio dovrà avvenire col sorriso, non essere subìto. Altrimenti tutti prenderemo una musata». 

Nomi? 

«Non ne brucio».

Bossi scalpita. La nuova guardia non ha alcuna colpa? 

«Tutti, io mi cito per primo, forse abbiamo mancato in termini di riconoscenza, di coinvolgimento al punto giusto. Però anche Umberto deve riuscire a farsi coinvolgere. Invece spesso quando c’è da prendere una decisione se ne va».Non riuscite proprio a uscire da questo pantano. «Io ho messo tutto il mio impegno, quest’anno e anche prima, per tenere Bossi e Maroni vicini. Evidentemente ci sono cose che non si riescono più a risolvere».

Mai pensato di mollare? 

Sospira. «Qualche volta sì».