Roberto Speranza (Pd): “Berlusconi non ha voti di serie B. Sì al confronto”

Pubblicato il 7 Aprile 2013 - 08:40| Aggiornato il 20 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il capogruppo dei deputati del Pd, Roberto Speranza, bersaniano di ferro, si schiera con Franceschini ed apre al governissimo: “Dire che il Pd non può scegliersi l’avversario politico è una cosa intelligente e giusta, io la condivido”.

Speranza, 34 anni, è intervistato da Monica Guerzoni del Corriere della Sera:

“Non era scontato, presidente Roberto Speranza. Lei è il capogruppo dei deputati del Pd, quindi un bersaniano di ferro”.

“Ho letto l’intervista di Franceschini non in contraddizione con la linea di questi mesi, anche sul piano della cultura politica”.

“Non è una rottura?”

“Al contrario, la sua posizione sta dentro una riflessione che il gruppo dirigente ha avviato da settimane e assume un punto di vista con più coraggio. Immaginare che sia una parte a scegliere chi comanda nell’altra non è nel novero delle cose reali. La legittimazione di Berlusconi arriva dai voti, i nostri non sono di serie A e i loro di serie B”.

“Novità importante… Berlusconi non è più il demonio. Ci si può dialogare e magari fare anche un governo assieme?”

“Il tema del dialogo è fuori discussione, Bersani stesso si è detto disponibile a incontrare l’ex premier. Il punto è l’esito, la formula politica. Alla domanda di cambiamento emersa dal voto bisogna rispondere con una traiettoria adeguata, non con una formula sbagliata, di arroccamento contro le forze antisistema”.

“Le fa paura Grillo, quando dice che se il Pd fa un governo con il Pdl la gente prende i bastoni?”

“Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri. Ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl, non è la scelta della direzione nazionale. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno”.

“Qual è la sua formula?”

“Un governo che conti in primis sulla forza parlamentare del centrosinistra e che sia capace di interpretare la domanda di cambiamento, anche oltre i confini del nostro schieramento. Quello che è chiaro è che l’alternativa non può essere o voto anticipato o alleanza stretta tra Pd e Pdl”.

“L’ex segretario parla di governo di transizione”.

“Come faremo tecnicamente, anche sul piano parlamentare, lo si vedrà con il passare dei giorni. Per ora noi stiamo alle decisioni prese. Nessuno scambio inaccettabile, ci muoviamo dentro il mandato costituzionale cercando una modalità condivisa per eleggere il capo dello Stato”.

“Dopodiché c’è il governo…”

“Il confronto sul Quirinale può creare condizioni migliori per farlo nascere. La nostra proposta sulle riforme istituzionali l’abbiamo avanzata a tutte le forze politiche, ma il tema del governo ha bisogno di uno sbocco sul terreno del cambiamento. Però il giudizio sugli anni di Berlusconi a Palazzo Chigi non cambia, sarebbe fuorviante”. 

“Bersani resta isolato?”

“È un’immagine sbagliata, il Pd ha dimostrato nei momenti decisivi di saper essere unito nell’interesse del Paese”.