I grillini occupano la Camera: Rocco Casalino nervoso, Roberto Fico sbadiglia

Pubblicato il 10 Aprile 2013 - 15:26| Aggiornato il 3 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi era presente in Transatlantico martedì sera parla di un Rocco Casalino nervosissimo. E di deputati e senatori grillini piuttosto sonnacchiosi all’idea di rimanere in aula fino a mezzanotte a leggere la Costituzione. Poi il dubbio: e se la protesta contro il mancato avvio delle Commissioni venisse fraintesa e si ritorcesse contro gli stessi grillini che per la notte Occupy Parlamento tengono accese le luci di Camera e Senato con conseguente aggravio delle spese a carico del contribuente? Sì, perchè lo tsunami grillino s’è fermato proprio davanti a questa constatazione: i lampadari del Parlamento restano accesi per noi, spreco insostenibile per gli smascheratori di ogni spreco pubblico. La serata, a dire il vero, era partita frizzante, come racconta Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera:

Sono le 20.30 e arriva Rocco Casalino (ex indimenticabile concorrente del Grande Fratello e ora uno dei responsabili della comunicazione del M5S). È nervosissimo. È qui che si guarda intorno, sbuffa, gambe larghe e mani sui fianchi. C’è il solito commesso paziente. «Ha bisogno di qualcosa?». E lui: «No, scusi, mi faccia capire: ma davvero tutte queste luci restano accese per colpa nostra? No no… accidenti… mi faccia capire bene…». Il commesso, con una gentilezza da lettera d’encomio, spiega che sì, certo, gli enormi lampadari con cinquanta lampadine e i meravigliosi candelabri, le plafoniere in stile liberty e le luci al neon della sala stampa e poi tutta la sparata gialla che riverbera nella notte romana fin sotto l’orologio della facciata esterna, sì, è proprio così, signor Casalino: tutto resterà acceso per voi, per illuminare la vostra protesta. Lui si volta con le labbra sottili che gli tremano. Tira su con il naso, scuote la testa. «E lei? Cos’ha da guardare con quella faccia?». Pagheremo noi. «Ma che significa?». Significa che è uno spreco. E lo pagheranno i cittadini. «E la nostra protesta, allora? Non conta niente?». Siete arrivati qui per battervi contro gli sprechi. Ma sprecate anche voi.

In realtà l’annunciata occupazione gioiosa sembra più, a leggere chi l’ha vista, una messinscena un po’ stanca. Continua Roncone:

Nelle fabbriche occupate, nelle scuole occupate, alla fine, dopo un po’, c’è sempre qualcuno che inizia a cantare. E qualcuno che si bacia. «Ma questa è un’occupazione seria!», ha detto la Lombardi ai cronisti, mettendo su il solito sguardo severo, consueto miscuglio di rimprovero e disgusto. Fico, dentro, continua a sbadigliare. Certi giocano a poker con l’iPad. Molti telefonano ai parenti. La Lombardi telefona a Vito Crimi, che è il capo degli occupanti al Senato. E Crimi le spiega che va tutto bene: a parte Scilipoti che, dai banchi del Pdl, solitario, continua a fissarli, e le luci accese. «Anzi, noi stiamo proprio per uscire. Temo una bolletta pazzesca». Qui si finisce a mezzanotte e un minuto. Quanto manca?