Roma, da 60 consiglieri a 48, la “Casta” non ci sta: “Cambi il milleproroghe”

Pubblicato il 22 Gennaio 2011 - 18:29 OLTRE 6 MESI FA

I consiglieri del Comune di Roma passeranno da 60 a 48 col decreto milleproroghe, ma il vicesindaco Mario Cutrufo sta tentando il “colpo di mano”, lasciando inalterato il numero. La vicenda è stata raccontata da Ernesto Menicucci in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.

A poche settimane dallo scandalo “parentopoli” che ha coinvolto il Campidoglio, Menicucci ipotizza che si tratti di una proposta volta a mantenere inalterato il numero delle poltrone per la “Casta”: “Così, in un momento in cui si invocano tagli e lotta agli sprechi, in una fase storica dove sempre di più sono i sacrifici che si chiedono ai cittadini, chi governa fa fatica a fare passi indietro. Il fine, ufficialmente, è nobile: garantire maggiore rappresentatività alla gente. Il risultato è un altro: avere più posti da assegnare, per accontentare le correnti dei partiti perennemente in lotta”.

Come spiega Menicucci, si tratta di una vecchia “disputa” tra i consiglieri capitolini e il ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli: “Il consiglio comunale, nelle fasi dell’approvazione del primo decreto attuativo della riforma, propose di lasciare a 60 il numero dei componenti della nascente Assemblea capitolina. E il governo, per volere del leghista Roberto Calderoli, impose l’alt: 48 consiglieri e non se ne parli più”.

Alemanno e i politici romani, sottolinea Menicucci, “inizialmente avevano ingoiato il rospo. Ma ora, col Milleproroghe, l’occasione si ripresenta. E, stavolta, si punta all’en plein: oltre a rialzare il numero dei consiglieri, Cutrufo propone di portare gli assessori della giunta a 15 (oggi sono 12). Dietro la proposta, anche un problema politico: Alemanno vorrebbe allargare la sua maggioranza all’Udc e a La Destra e con tre assessori in più avrebbe qualche carta da giocarsi”.