Roma, crisi all’Atac: bus e metro senza testa. Dimissioni…

di redazioni Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2016 - 15:36 OLTRE 6 MESI FA
Roma, crisi all'Atac: bus e metro senza testa. Dimissioni...

Roma, crisi all’Atac: bus e metro senza testa. Dimissioni…

ROMA – Lasciano i vertici dell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico capitolino. Dopo il duro scontro tra il direttore generale Marco Rettighieri e il Campidoglio a guida M5s, va via anche l’amministratore unico Armando Brandolese. Nella mattinata di giovedì 1 settembre, entrambi hanno formalizzato le loro dimissioni. Lascia anche l’amministratore unico di Ama Alessandro Solidoro. Il manager era arrivato meno di un mese fa per sostituire il presidente Daniele Fortini, che ha rassegnato quest’estate “dimissioni irrevocabili” dopo lo scontro con l’assessore all’Ambiente Paola Muraro.

Il giro di boa all’Atac giunge dopo le polemiche su fondi, numeri e accuse di “ingerenze esterne”. Cosa è successo? L’Atac, che gestisce bus metro e tram di Roma è da anni al centro di polemiche perché fortemente disastrata, non solo nei bilanci. L’ultimo capitolo riguarda i bus che non riescono a circolare perché rotti (su 100 ne restano fermi 35), così come le carrozze della metro: il 30% è fuori servizio. Dati più volte segnalati dai vertici dimissionari, nominati durante il commissariamento di Francesco Paolo Tronca, alla neo eletta sindaca, Virginia Raggi.

Rettighieri, fin da prima del trionfo M5s, si era fatto portatore di istanze per così dire “grilline”, inimicandosi i sindacati dell’Atac perché aveva parlato di questioni scomode, come la necessità di turni di lavoro “sufficientemente lunghi”, essendo la media delle ore di lavoro a Roma di gran lunga inferiore rispetto alle altre grandi città. Rettighieri è andato poi a sollevare fastidi anche nel servizio mensa, gestita dagli stessi sindacati senza gara e senza rendiconti. Ma l’arrivo della nuova sindaca pentastellata, ontologicamente invisa ai quadri e alle maestranze della municipalizzata, però non si è tradotto in alcuna forma di appoggio al dg contro l’opposizione interna. Un silenzio, quello della Raggi, che ha dato con tutta evidenza fiato ai sindacati.

Si è arrivati così alla lettera di fuoco inviata alcuni giorni fa da Rettighieri all’assessore ai Trasporti Linda Meleo in cui si contestavano le cifre fornite dal Campidoglio sulla metro A e si puntava il dito contro “ingerenze esterne” sullo spostamento del personale aziendale. I 18 milioni stanziati dalla giunta Raggi quest’estate “non sono ancora disponibili perché nessun bonifico è stato effettuato da Roma Capitale verso Atac”, si leggeva nella nota.

Di qui le dimissioni, prima annunciate, poi formalizzate nel primo giorno di settembre. Un problema politico per la Raggi ma ancor più grave per la città e per i romani. Il Campidoglio dal canto suo ha bollato come “irresponsabile” la scelta dei vertici, ma ha già fatto sapere di essere al lavoro per individuare un nuovo management.