Manovra: il mistero di quei 60 milioni per Roma Capitale. Rabbia di Formigoni

Pubblicato il 6 Settembre 2011 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si erano uniti per chiedere di cambiare le norme della manovra economica del governo con un appello bipartisan: “Modificare, e subito, la manovra affinchè incida meno sui servizi erogati dagli enti locali”. Ma poi la giornata di lunedì si è conclusa con un attacco di Vasco Errani a Gianni Alemanno: “Nella manovra c’è un’agevolazione per Roma Capitale, un’agevolazione di 60 milioni”. E il sindaco di Roma ha dovuto smentire frettolosamente: “Non diciamo sciocchezze. L’emendamento a cui si fa riferimento sposta al così detto “fondo Letta” una piccola parte dei fondi inutilizzati e già destinati al piano di rientro di Roma Capitale”.

Non ci sta il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, che si sta battendo disperatamente per evitare i tagli alla sua regione: “Abbiamo fatto un patto tra Comuni, Regioni e Province per costituire un sistema integrato delle autonomie. Se ci fossero obiettivi fuori da quelli stabiliti insieme, sarei molto stupito”. Alemanno quindi minimizza, Formigoni e Errani “indagano” e se i fondi per Roma, “cancellati”, dovessero miracolosamente riapparire, il crac sarà inevitabile.

L’incontro tra Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, andato in scena nella sala Capranichetta in piazza Montecitorio, ha visto tra i tanti presenti il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, quello della Lombardia, Roberto Formigoni, il sindaco di Roma e presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Gianni Alemanno, il primo cittadino di Torino, Piero Fassino, il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglioni, e anche il leader del Pd, Pier Luigi Bersani e il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Un appello bipartisan ai gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione affinchè le norme contenute nel disegno di legge di conversione del decreto della manovra che non hanno immediato impatto finanziario vengano stralciate.

Le parti hanno così approvato un ordine del giorno congiunto che prevede l’insediamento di un gruppo di lavoro con il compito di presentare al Paese e alle istituzioni tre punti: un piano di integrazione delle politiche territoriali per rendere sempre più forte il sistema istituzionale territoriale, un progetto di riordino istituzionale e un piano di rilancio dell’economia e di infrastrutturazione del Paese.