Roma. “Se non mi vota non l’aiuto”: Bianconi (Pdl) risponde così a un cittadino e fa arrabbiare Alemanno

Pubblicato il 30 Settembre 2009 - 15:57 OLTRE 6 MESI FA

Patrizio Bianconi

«O stipula un patto di sangue con il sottoscritto impegnandosi a votarlo nel 2013 o non si rivolga alla mia persona». Così ha risposto Patrizio Bianconi, consigliere comunale del Pdl, ad un cittadino che chiedeva informazioni sul possibile spostamento di alcuni cassonetti messi dall’Ama davanti alla sua abitazione.

Ma Bianconi, con la «monnezza» non ha intenzione di sporcarsi le mani, e ha pensato bene di metterlo per iscritto rispondendo a Marcello Mancini, l’incauto richiedente, con una lettera dai toni surreali.

Mancini, nella logica di Bianconi è colpevole di una serie di peccati capitali: in primo luogo, scrive il consigliere, «non comprende la ratio della mia attività politica». Perché per un “pezzo grosso” come Bianconi, che ha «trionfato» nelle ultime elezioni, doversi «occupare di cassonetti è svilente».

L’altro peccato “imperdonabile” è quello di osare chiedere ad un amministratore di amministrare quando non lo si è votato; quando, orrore, si è «più volte, nel corso degli anni,  manifestato antipatia nei confronti di Berlusconi». Insomma, non votare Bianconi, secondo il consigliere, equivale a una perdita, almeno temporanea, dei diritti civili.

La lettera, che Mancini ha prontamente girato al sindaco Gianni Alemanno e all’opposizione, ha sollevato un putiferio. In primo luogo per la logica, neppure sottintesa, ma palesemente espressa: una logica che non prevede l’esistenza dei cittadini ma solo quella degli elettori. Il consigliere, infatti, lo ammette candidamente: «Io lavoro solo per chi mi vota in quanto faccio politica, non il missionario».

La risposta di Bianconi ha fatto infuriare Alemanno che ha risposto, a sua volta, con una dura lettera di censura al consigliere Bianconi in cui ha definito le sue parole «inqualificabili» e  ha chiesto di «mettere sotto osservazione l’attività di Bianconi perché comportamenti del genere non si devono ripetere o non saranno mai più tollerati». Anche l’opposizione è insorta: Umberto Marroni, capogruppo Pd in consiglio comunale, ha chiesto una «censura formale».

Per “Mefistofele” (il consigliere del Pdl è soprannominato così per il suo aspetto) le cose si mettono male: la procura della Repubblica, su segnalazione di Mancini, ha aperto un’inchiesta. Dopo il putiferio Bianconi minimizza, e dice che si è «trattato di uno scherzo». Scherzo, però, che non sembra aver divertito proprio nessuno.