Roma, caos e dimissioni. Virginia Raggi in lacrime: “Basta o mollo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Settembre 2016 - 08:42 OLTRE 6 MESI FA
Roma, Virginia Raggi in lacrime: "Basta o mollo"

Roma, Virginia Raggi in lacrime: “Basta o mollo”

ROMA – Virginia Raggi sull’orlo del crollo: “Basta con le guerre intestine e sotterranee, basta con le indiscrezioni fatte filtrare sulla stampa. Se andiamo avanti così, sono anche pronta a mollare. Vi abbandono tutti e me ne vado”. La sindaca romana del Movimento 5 stelle è arrivata dopo tre mesi al punto di rottura in cui i predecessori Ignazio Marino e Gianni Alemanno sono arrivati dopo uno o due anni.

La sfida di Roma, del resto, con il passare del tempo e l’accumularsi di problemi mai risolti si è fatta più ardua. Ma a complicare le cose ci sono le diatribe interne al Movimento 5 stelle tra chi, come le deputate romane Carla Ruocco, Roberta Lombardi e Paola Taverna, vorrebbero seguire pedissequamente la linea grillina, e il “raggio magico” della sindaca, che anche sulla nomina di Raffaele Marra, ex braccio destro di Alemanno e di Renata Polverini, ha deciso di andare contro il parere di Beppe Grillo, lasciandolo al suo posto di vicecapo di gabinetto nonostante le richieste di rimuoverlo.

Adesso il motivo della rottura è la scelta, e soprattutto i modi, con cui Raggi ha revocato la nomina al capo di gabinetto Carla Raineri, (già dimissionaria dalla sera prima), che è stata seguita a ruota dall’assessore al Bilancio e alle Partecipate, Marcello Minenna, e quindi, il direttore generale di Atac Marco Rettighieri e l’amministratore unico della stessa azienda del trasporto pubblico locale, Armando Brandolese, così come l’amministratore unico di Ama (la municipalizzata dei rifiuti), Alessandro Solidoro. 

 

A scatenare l’effetto domino che ha causato la tempesta perfetta su Raggi proprio quelle parole con cui, alle 4 di giovedì mattina su Facebook, la sindaca annunciava che l’Anac (l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone) aveva espresso il proprio parere sulla nomina di Raineri, e il parere era negativo perché nominata a chiamata e non scelta attraverso un concorso. E quindi, via Facebook, la sindaca annunciava direttamente la revoca della nomina.

Una modalità forse all’insegna della trasparenza e della vicinanza al popolo del web, ma non proprio il più elegante per allontanare una magistrata del calibro della Raineri. Virginia Raggi ha deciso di andare avanti da sola per la sua strada. E ora si ritrova davvero da sola. A sostenerla, è rimasto solo l’esponente governativo del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. “Lasciamole carta bianca sulle nomine, lasciamola governare”, avrebbe chiesto agli altri pentastellati. Sa che se Raggi cede, la prima grande prova governativa del Movimento fallisce. Rischiando di pregiudicare anche il cammino verso la Roma non del Campidoglio, ma di Palazzo Chigi.