Romano La Russa, altra tegola sul Pirellone. E' il decimo indagato

Pubblicato il 20 Marzo 2012 - 00:41 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 19 MAR – Con Romano La Russa salgono a dieci gli indagati in Regione Lombardia, 9 della maggioranza dei quali due arrestati e uno dell'opposizione e se si tiene conto della querela per diffamazione aggravata da parte dei radicali, al computo bisognerebbe aggiungere anche il presidente Roberto Formigoni. Ma la posizione del presidente della Regione, Roberto Formigoni, non e' assimilabile a quella dei consiglieri indagati, come fanno notare da Palazzo Lombardia, in quanto citato per una querela di parte e non oggetto di una inchiesta della magistratura.

Si ripete cosi' la polemica che si trascina ormai da settimane: da una parte Centrosinistra e Idv che chiedono le dimissioni della giunta per tornare alle elezioni e dall'altra il presidente lombardo che replica tenendo separati i casi personali dagli atti politici.

''Confermo quanto gia' detto in diverse occasioni: l'avviso di garanzia non e' una condanna – ha detto Formigoni -. Nessun atto della Giunta regionale e' messo in discussione. Ognuno e' chiamato a rispondere dei suoi atti''. Pippo Civati, consigliere regionale del Pd, sul suo blog, lo aveva anticipato: ''Indagato un assessore regionale, questa volta in carica: si tratta di Romano La Russa. Un altro caso personale, dira' Formigoni''. In realta' e' il terzo assessore che viene indagato. Gli altri sono Monca Rizzi (Lega), indagata a Brescia per presunti dossieraggi nei confronti di avversari all'interno del Carroccio e Daniele Belotti per una vicenda di tifo violento a Bergamo. Oggi tra l'altro Sara Valmaggi e Carlo Spreafico, i due rappresentanti di minoranza nell'ufficio di presidenza del consiglio regionale, hanno chiesto e ottenuto che venga acquisito un parere legale sulle procedure utilizzate nei giorni scorsi per non portare in discussione la mozione delle opposizioni che chiedevano le dimissioni del presidente leghista Davide Boni, indagato per corruzione. E domani dovrebbero presentarne una nuova.

L'Idv inoltre ha scelto una seconda strada: i sue tre consiglieri hanno consegnato nelle mani del segretario le dimissioni dal consiglio e hanno invitato a fare altrettanto tutti gli altri consiglieri. Scopo ultimo, lo scioglimento del consiglio regionale e via alle elezioni. ''Mi auguro – ha dichiarato Stefano Zamponi (Idv) – che ci siano almeno 38 consiglieri regionali onesti che si uniscano a noi cosi' da riuscire, finalmente, a sciogliere un'assemblea che ha perso di vista il senso di legalita' e con esso anche ogni barlume di credibilita'''. L'iniziativa non ha pero' convinto il capogruppo del Pd Luca Gaffuri: ''Consegnare le firme ai segretari di partito sarebbe come fare quello che sta facendo la Lega Nord con Boni'', molto meglio presentare una nuova mozione di sfiducia firmata da 41 consiglieri. Favorevole ma con riserva Chiara Cremonesi (Sel): ''E' una buona proposta ma forse un po' di facciata stiamo ragionando se rassegnare le dimissioni ma quello che ci interessa e' continuare la lotta politica dentro il consiglio. Non ci sembra che questa sarebbe una spallata decisiva''.