Romano, Scopelliti, Gentile: asse elettorale Ncd al Sud

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Maggio 2014 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Paolo Romano, Giuseppe Scopelliti, Antonio Gentile. Ovvero l’asse elettorale che il Ncd schiera al Sud, i primi due candidati alle Europee, il terzo non candidato ma scelto come coordinatore del partito di Angelino Alfano in Calabria. E che nomi sono, quelli di Romano, Scopelliti e Gentile? Per loro parla la cronaca, anche recentissima.

Paolo Romano è candidato con il Nuovo centrodestra alle Europee di domenica. Presidente del consiglio regionale della Campania, Romano è stato arrestato martedì mattina con l’accusa di aver cercato di imporre al direttore generale della Asl di Caserta i nomi di persone a lui vicine per le cariche dirigenziali di direttore sanitario e direttore amministrativo. Una tegola, alla vigilia del voto. Alfano commenta imbarazzato che ha “fiducia nella magistratura”, di prassi in questi casi, ma non manca di sottolineare che se l’arresto fosse avvenuto “prima della presentazione delle liste o dopo le elezioni avremmo evitato il sospetto di un intervento a tre giorni dal voto”.

Ci si sposta in Calabria, la situazione non cambia di molto. L’ex presidente della Regione Giuseppe Scopelliti è anche lui candidato alle Europee. Ma a fine marzo i giudici di Reggio Calabria l’hanno condannato per abuso d’ufficio a sei anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Eppure è candidato, vale la presunzione di innocenza fino al verdetto di Cassazione.

Scopelliti è sostenuto da Antonio Gentile, lui non candidato ma fresco di nomina a coordinatore del Ncd in Calabria. Senatore, ha preferito rinunciare alla nomina a sottosegretario nel governo Renzi dopo le polemiche sulle presunte pressioni che avrebbe esercitato sul quotidiano “L’Ora della Calabria” per non fare uscire la notizia di un’ inchiesta che riguardava il figlio.

 “Non volevano – ha commentato lui dopo il passo indietro – che a Cosenza potesse avere un sottosegretario in grado di portare finanziamenti, infrastrutture e posti di lavoro in città e in Calabria. I mandanti non li conosco, alcuni chiamano in causa i figli del Porcellum. Ma presto tutto sarà chiarito. Non sono mai stato indagato e mi sono dimesso. Credo di avere dato una lezione di stile”.