Rosy Bindi: “No al semipresidenzialismo”. Prodi: “Avvicina i cittadini”

Pubblicato il 30 Maggio 2013 - 11:45 OLTRE 6 MESI FA
Romano Prodi e Rosy Bindi (Foto Lapresse)

Bindi: “No al semipresidenzialismo”. Prodi: “Avvicina i cittadini”

ROMA – Rosy Bindi dice “no al semipresidenzialismo”. Romano Prodi tutto il contrario. L’ex presidente del Partito Democratico, in un’intervista al quotidiano la Stampa dice a chiare lettere: “Non sono disposa ad immolare la Costituzione a questa maggioranza. “La prima cosa da fare – aggiunge Bindi – è mettere in sicurezza la legge elettorale. Ma come il governo non ci può chiedere di legare la sua vita alle modifiche della Costituzione, così non si può usare la Carta fondamentale per indebolire il governo”.

Tutto il contrario di quanto pensa un altro padre del Pd, Romano Prodi, che sul quotidiano romano Il Messaggero scrive che il semi-presidenzialismo è invece “la medicina francese per avvicinare i cittadini“. Prodi osserva che l’Italia “ha bisogno di un sistema elettorale che obblighi ad alleanze e raggruppamenti, anche se nel pieno rispetto della volontà degli elettori. Non vi è dubbio che il sistema più adatto per ottenere quest’obiettivo sia il doppio turno alla francese, semipresidenzialismo compreso”.

”Questa scelta comporta un accentramento di potere nelle mani del vincitore delle elezioni, ma penso che sia l’unica via di salvezza per un Paese che, come l’Italia, ha bisogno di prendere, nel rispetto della volontà degli elettori, le decisioni necessarie per farla uscire dalla ormai troppo lunga paralisi. Decisioni spesso impopolari – osserva Prodi – e che difficilmente possono trovare il necessario accordo tra le forze che compongono le nostre complicate coalizioni”.

”Se avessimo adottato in passato una legge elettorale di questo tipo, l’Italia sarebbe oggi all’avanguardia tra i Paesi europei e non perennemente sull’orlo del baratro”, conclude Prodi, secondo cui ”in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, il federalismo ha bisogno di un forte coordinamento da parte dello Stato perché altrimenti non può che dimostrare la propria impotenza”.

 

All’indomani del fallimento della mozione pro Mattarellum, presentata dal renziano Roberto Giachetti che ha quasi spaccato il Pd, Rosy Bindi non sembra arrendersi: “Sul porcellum, in linea di principio Giachetti ha ragione, il silenzio del governo su un punto così importante è imbarazzante e in qualche modo va superato”. Tuttavia ”sul piano dell’opportunità politica non sono d’accordo. Ma si sta avviando un percorso istituzionale di enorme portata e se qualcosa va storto si rischia di andare a votare con questa legge”.

Tantomeno, prosegue Bindi, “mi accontenterei di togliere il premio di maggioranza al porcellum, perché ci porterebbe ad un sistema proporzionale puro, che ci consegnerebbe alla strana maggioranza a vita”. ”E’ un dovere impegnarsi tutti in un percorso di riforme che vanno assolutamente fatte. E’ però preoccupante l’ampiezza dell’intervento di revisione della Costituzione che si vuole fare”, rileva Bindi, secondo cui sul semipresidenzialismo servono ”decisioni condivise e un largo confronto”.

”Nel partito ci vuole lo stesso approccio che dobbiamo avere in Parlamento. Non si può accettare su questo tema così rilevante di procedere a colpi di maggioranza”, conclude Bindi. ”Noi non abbiamo un potere costituente per stravolgere la Carta nelle sue fondamenta. Cambiare la forma di governo del paese in senso presidenziale non è nei nostri poteri”.