E’ l’undici agosto 2010. Emilio Fede telefona a Lele Mora. Per la Procura di Milano questa è una delle telefonate che dimostra “l’organizzazione e la scelta delle partecipanti alla festa da parte” dei due.
Colpisce che Fede dà del tu a Mora, che invece gli dà del lei.
Emilio: senti… beh… devo dire che ieri sera aveva più il sapore di una comica… che lui ha preso a ridere
Lele: (ride) bene, quello è l’importante
Emilio: sì beh, mica tanto però eh?!
Lele: che si sia diver… che sia stato bene, insomma
Emilio: e… non lo so insomma, m’ha chiesto: “ma dove , dove… dove avevo preso quei programmi… ?” dico “beh insomma”, vabbeh poi alla fine c’ha riso…
Lele: certo
Emilio: ha comprato i due volumetti… pare che, insomma queste due sottoscrizioni due mila a ciascuno… e insomma…
Lele: va bene
Emilio: però se ci fosse la possibilità…
Lele: e non è stato…
Emilio: no
Lele: non avevo…
Emilio: no-no ma parlavo… insomma io non l’ho sentito oggi ma eventualmente mi chiedesse oggi? Boh…
Lele: adesso vedo sì, va bene…
Emilio: così non facciamo… che pensi? no dimmelo così io non mi sbilancio
Lele: tra le quattro le dico tutto
Emilio: senti esci che fai, se io non dovessi andare da lui dove sei?
Lele: sono qua a Milano oggi, non mi muovo… se ha bisogno… adesso magari vedo un po’ come sto un attimino per uscire e vengo da lei
Emilio: sì no ma io farei due ipotesi: uno che vado da lui, due che non vada da lui quindi vedo te
Lele: io ci sono
Emilio: e tre., eh. se mi dici qualcosa, no?
Lele: sì adesso vedo tutto alle quattro le faccio sapere
Emilio: sì anche perché bisogna spingere per questo programma sennò è una tragedia totale, così mi rendo conto, capito?
Lele: esatto
Emilio: ti voglio bene, bene, bene, capito? ma chiamami.
Lele: grazie