Ruby, Famiglia Cristiana: “Cattolici indignati, Italia sbertucciata nel mondo”

Pubblicato il 26 Gennaio 2011 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

Ruby

ROMA- I cattolici sono indignati per il caso Ruby secondo Famiglia Cristiana. “La misura era colma. Così come l’indignazione. Al punto che era impossibile tacere di fronte alle squallide vicende del presidente del Consiglio… Lo sgomento dei cittadini è palpabile. Quello dei cattolici ancor di piu’, ormai inarrestabile. Preoccupati per il cattivo esempio che si da’ ai giovani”.

E’ quanto scrive don Antonio Sciortino, direttore del giornale, che nel nuovo numero pubblica quattro pagine di lettere di lettori indignati per il ”caso Ruby”, sotto il titolo ”Le radici morali del Paese nel senso di giustizia e legalità”.

Secondo don Sciortino, ”il mondo cattolico ha reagito compatto, piu’ che in passato, e se una parte di esso fatica ad aprire gli occhi e, giustamente, chiede prudenza e attesa dell’esito dei procedimenti, a torto tace sul rispetto delle istituzioni e sulla chiarezza da fare nelle sedi competenti. E in tempi rapidi, per fugare anche il minimo sospetto che chi guida il Paese e lo rappresenta, lo fa calpestando il decoro che l’alto ruolo richiede. Anche secondo la Carta costituzionale”.

Per Famiglia Cristiana “la vera gogna mediatica è quella di un Paese sbertucciato nel mondo, con credibilità al ribasso e danno d’immagine che si fara’ fatica a recuperare. Non certo per colpa dei media che ‘mettono a nudo il re’. I nostri ragazzi all’estero sono apostrofati come ‘italiani bunga bunga’, e non è una lusinghiera definizione”.

“Per guidare il Paese occorre compostezza e decoro. Oltre alla coerenza tra principi e comportamenti privati. Altrimenti, crolla la credibilità. Mentre ipocrisia e opportunismo non aiutano il Paese a crescere. E non solo a livello morale”, sottolinea Sciortino.

”Il Paese è bloccato da mesi sul pettegolezzo e su vicende personali. Miseramente. Nessuno parla piu’ della grave crisi economica. Ne’ serve l’invadente controffensiva mediatica (con l’immolazione di ‘eroici difensori’ ed eroine che, tra pianti e urla, entrano ed escono dai dibattiti televisivi) a coprire l’immobilismo. O a difendere l’indifendibile”.