Ruby, L’Espresso indaga sul “tesoro” di Lele Mora: dal crac al prestito di Berlusconi

Pubblicato il 27 Gennaio 2011 - 15:43 OLTRE 6 MESI FA

Lele Mora

ROMA –  Le vicende delle società  che fanno capo a Lele Mora si incrocerebbero, almeno temporalmente, con quelle che vedono l’agente delle star tra gli indagati per induzione e sfruttamento della prostituzione, tra cui quello di Ruby. Nel numero del settimanale l’Espresso in edicola fa venerdì 28 gennaio si ripercorrono le tappe del fallimento della società Lm Management che fa riferimento a Mora, così come la società Lm Productions.

”Ma a rischio – scrive l’Espresso – è soprattutto il tesoro dell’Immobiliare Diana, controllata dalla lussemburghese, Feva investments. Dagli atti del fallimento, come ha verificato ‘L’espresso’, risulta che l’immobiliare Diana è proprietaria di sei appartamenti a Milano: gran parte del palazzo di viale Monza 9, dove Mora ha il suo quartier generale, una casa da 14 vani in via Battaglia (zona Loreto) e un’altra da 12 più box in via Meda”. ”Attenzione alle date: il fisco – ricostruisce l’Espresso – notifica le accuse più gravi tra il 2007 e l’inizio del 2008. E’ allora che si creano le premesse della bancarotta. E poco dopo la Diana srl vende i pezzi più pregiati. Lo stesso giorno, il 15 maggio 2008, cede l’intero primo piano del palazzo di viale Monza e la villa più grande di Porto Cervo”.

Ma i tesori della ‘Diana’, dice l’Espresso, finirebbero in ”mani amiche”, tra cui una società lussemburghese ”che fa capo a Giovanni Semeraro, mister Aiazzone” e la bresciana Franciacorta ”schermata dalla Fiduciaria Aletti, ma a gestirla sono manager legati sempre a Semeraro e allo stesso Mora”. ”A queste coincidenze, l’inchiesta su Ruby ne aggiunge altre. Anche qui, occhio alle date. La Lm management fallisce l’11 giugno 2010. Nei mesi precedenti Mora aveva tentato l’impossibile per evitare il crac”, poi, sostiene il settimanale, ”la situazione si capovolge in coincidenza con il caso Ruby. La minorenne marocchina viene interrogata dai magistrati tra il 2 luglio e il 3 agosto 2010. E a fine mese Mora, con l’amico e co-indagato Emilio Fede, riesce finalmente a trattare un prestito con Silvio Berlusconi. Nelle intercettazioni si parla di tre versamenti con assegni circolari, per un totale di 1,2 milioni di euro”.

”Scoppiato lo scandalo, Berlusconi ha ammesso ‘un prestito a un amico in difficoltà”, ma non ha dato cifre. Dunque, quanto ha versato a Lele Mora? E perché, dopo averlo lasciato fallire, lo ha riempito di soldi proprio mentre stava per scoppiare il caso Ruby?” si chiede il settimanale.