Il ruggito leghista: Bossi invoca la secessione. Referendum Padania

Umberto Bossi (Lapresse)

ROMA – E’ un ultimo ruggito quello del Senatur leghista Umberto Bossi, prova il rilancio del suo “popolo” invocando le sue parole chiave per i fazzoletti verdi: Padania e secessione. Per il governo le previsioni sono infauste, a detta della Lega, e il 2013 appare forse troppo lontano.

I suoi militanti lo aspettavano da giorni, dicevano: “Quello di Venezia sarà un discorso speciale, Bossi saprà indicarci la via”.

Il leader del Carroccio ha la consapevolezza che per il partito non èun momento semplice. La crisi economica da un lato (con le difficoltà legate ai tagli della manovra finanziaria) e le vicessitudini giudiziaria dell’alleato Silvio Berlusconi hanno messo in seria difficoltà il movimento.

Qualcuno, anche tra i parlamentari lumbard, ricorda il periodo difficile dopo il ribaltone del primo governo Berlusconi: ”Allora tutti ci davano per finiti, invece…”. Stavolta però la Lega è attraversata anche da tensioni interne che non hanno precedenti. Lo scontro latente tra i fedelissimi bossiani radunati nel cosiddetto ”cerchio magico” e i maroniani rischia di far implodere il partito; di certo, l’articolo di Panorama sulla ”influenza nera” della moglie Bossi, Manuela Marrone, ha lasciato il segno malgrado i successivi interventi dei big del partito.

Bossi è consapevole del periodo teso e ha rilanciato la istanza secessionista, provando a riportare il movimento alla ”Lega delle origini”, come chiede sempre più spesso la base leghista. Ma nel Carroccio non manca chi, pur nel massimo riservo, non ha gradito l”’investitura” del figlio Renzo. Bossi lo ha designato suo erede sul Po anche per porre freno alle diatribe interne nel carroccio.

“Adesso basta. Il popolo non può vivere schiavo del centralismo, abbiamo diritto alla nostra libertà, e abbiamo la forza per ottenerla se fosse necessario. L’importante è che ci siano milioni di persone pronte a combattere, fate bene i conti. La faremo finita con questi ladrocini imperanti e vogliono anche avere ragione”, ha detto il Senatur alla festa dei Popoli padani, tornando a parlare di secessione. Prima della secessione con l’esercito padano il leader della Lega ha tuttavia evocato la “via democratica, forse anche attraverso un referendum, perchè un popolo importante e lavoratore come il nostro non può continuare a mantenere l’Italia”.

“Abbiamo salvato noi della Lega le pensioni, se non c’eravamo noi non so come finiva. Ma l’abbiamo spuntata» ha aggiunto poi Bossi. “Dicono che io mostro il dito – ha proseguito – sì! Io mostro il dito perchè so che cosa vuol dire aver lavorato una vita e non essere sicuri di avere la pensione”.

“Eravamo in pochi – ha aggiunto – ma la vecchia Lega ce l’ha fatta, Abbiamo fatto resistenza e alla fine abbiamo convinto Berlusconi e Tremonti”

Si dovrà vedere se la soluzione prospettata dal Senatur sarà ben giudicata durante i congressi in programma a fine mese. Nel frattempo tutti i big stanno tentando di ricompattare il partito anche grazie agli attacchi che arrivano dall’esterno. Come spesso è accaduto in passato la Lega si chiude in se stessa per trovare le soluzioni ai problemi e si unisce nel respingere le accuse degli avversari politici: dura, ad esempio, la risposto di Roberto Calderoli al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha prospettano un nuovo governo e parlato di ”carnevalate” della Lega: ”Fini chi? io conosco quello dei salumi e anche quello degli autogrill”.

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