Sacconi: “Con la crisi finisce il Leviatano, lo Stato pesante”

Pubblicato il 30 Agosto 2010 - 08:17 OLTRE 6 MESI FA

”Con la crisi finisce il Leviatano, lo Stato pesante e invasivo”. Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, in un’intervista al Corriere della Sera. I segni della fine dello Stato pesante, secondo il ministro, si intravedono dal discorso alla nazione del premier britannico Cameron sulla Big Society e nella neo-governance americana ”che riconosce la collaborazione tra il pubblico e la crescente filantropia nella societa”’.

La formula che si sta affermando con l’attuale governo, per Sacconi è quella di ”meno stato e più società”, da cui deriva ”un grande spostamento di potere dal centro alla periferia e dal pubblico verso le persone, le famiglie”. Si tratta di ”una rivoluzione che affonda le sue radici – dice Sacconi – nella tradizione della fraternità francescana, delle opere pie, delle società di mutuo soccorso, delle cooperative laiche e socialiste”.

Per il ministro ”Pomigliano è un simbolo evidente del meno Stato, più società”, poichà, a differenza del passato, oggi ”la Fiat non chiede incentivi allo Stato ma cerca nella comunità dei lavoratori la convergenza a realizzare l’investimento”.

Secondo il ministro, si è in presenza del superamento dell’antropologia positiva, di cui il premier Berlusconi ”è una sorta di simbolo vivente”, sull’antropologia negativa, di cui ”i radical-chic e i loro giudizi sprezzanti sul meeting di Rimini”, oltre alla sinistra di formazione comunista, sono espressione.

L’auspicio di Sacconi per il futuro, anche in funzione del Manifesto per la sussidiarietà lanciato a Rimini, è che i rapporti politici ”risultino positivamente condizionati dai valori e dalle conseguenti visioni”. Valori che ”già in questa legislatura – conclude – possono dare luogo a più ampie maggioranze parlamentari”.