Salva Roma addio, il governo rinuncia: affitti d’oro nel milleproroghe

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Dicembre 2013 - 17:55 OLTRE 6 MESI FA
Salva Roma addio, il governo rinuncia: affitti d'oro nel milleproroghe

Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini (Foto Lapresse)

ROMA – Tregua di Natale, il governo rinuncia al dl Salva Roma. Lo ha annunciato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini: la questione sugli affitti d’oro di Camera e Senato, verrà affrontata nel decreto milleproroghe.

Franceschini ha informato i presidenti di Camera e Senato della decisione dell’esecutivo di rinunciare alla conversione del decreto Enti Locali in scadenza il 30 dicembre. Il governo mette a tacere le polemiche sul decreto che ha infiammato i toni di questa vigilia di Natale 2013. Quello che doveva servire a coprire il buco di 864 milioni nei conti di Roma Capitale era diventato un decreto omnibus dove era stato infilato di tutto, dalle lampadine dei semafori agli affitti d’oro dei palazzi della pubblica amministrazione.

Il decreto proroghe che verrà approvato dal consiglio dei ministri del 27 dicembre regolerà le sole situazioni indifferibili, a cominciare dalle norme sulla base delle quali il Comune di Roma ha approvato il proprio bilancio. Nello stesso decreto proroghe sarà contenuta la correzione, annunciata in Parlamento, alla norma relativa agli affitti di immobili da parte della pubblica amministrazione.

Fonti di governo chiariscono che la decisione di cancellare il decreto della discordia è maturata dopo un consulto tra il premier Enrico Letta e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che avrebbe espresso le sue perplessità sull’appesantimento emendativo del dl.

Le forti discussioni nate nei giorni scorsi avevano convinto il governo della necessità di porre la fiducia sul testo. Incassato il sì al decreto “salva Roma” il governo ha però deciso di fare marcia indietro. Il provvedimento, la cui approvazione finale era prevista a Montecitorio per il 27 dicembre, era stato bersagliato dall’ostruzionismo di Lega e Movimento 5 Stelle per via dell’articolo che impediva alle “amministrazioni dello Stato, le Regioni e gli enti locali, nonché gli organi costituzionali” di disdire contratti di affitto anche se particolarmente onerosi per i bilanci.