Salvini e l’Inno al Papeete con le cubiste, le critiche dei vertici della Difesa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Agosto 2019 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
salvini inno papeete

Matteo Salvini torna in consolle al Papeete (Foto Ansa)

ROMA – “Certe scene disturbano e io non l’avrei permesso”. Dopo le critiche dell’opposizione politica contro il ministro dell’Interno Salvini ripreso sulla spiaggia di Milano Marittima mentre sulle note dell’Inno di Mameli accompagnato da cubiste in costume da bagno, si levano anche voci di rappresentanti dei vertici militari. “L’inno nazionale si suona in determinate circostanze ben previste dal protocollo. E c’è bisogno che tutti si attengano a quelle circostanze”, afferma il generale di brigata Francesco Maria Ceravolo, presidente del Cocer Difesa.

“Certe scene disturbano e io non l’avrei permesso” dice anche il tenente colonnello Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valor Militare, ferito nel 1993 nel corso di una missione in Somalia. “Non entro nel merito del comportamento dei singoli politici, perché ognuno interpreta la politica come meglio crede, ho sempre rispettato tutto e tutti, anche chi mi ha sparato il 2 luglio 1993. Posso dire cosa avrei fatto io. Non avrei permesso mai una cosa del genere. Da cittadino, da ex parlamentare e da uomo che si onora di indossare l’Uniforme, credo nei valori e nelle parole scritte nell’Inno che non è la classifica strofa che si canta prima dell’inizio di una partita di calcio”.

“Quando si giura fedeltà alle Istituzioni o si canta ‘siam pronti alla morte’ non è semplice esibizione, ma qualcosa di più profondo – conclude Paglia, ex deputato nelle liste di Futuro e Libertà – Ed è questo il motivo per cui certe scene disturbano e dico che non l’avrei permesso perché a differenza di alcuni, quel mondo lo conosco da sempre”. (Fonte La Repubblica).