Salvini: intervista ad Al Jazeera su migranti, Africa, Libia, Regeni… VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Agosto 2018 - 11:27 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini: intervista ad Al Jazeera su migranti, Africa, Libia, Regeni... VIDEO

Salvini: intervista ad Al Jazeera su migranti, Africa, Libia, Regeni… VIDEO

ROMA – Matteo Salvini in una intervista ad Al Jazeera parla di politica estera, con un occhio di riguardo alla sua amata questione migranti: “Sono stufo delle parole e del nulla dell’Europa in questi anni”: l’Unione europea “ha trovato 500 milioni da investire in Africa ma non bastano, ne deve trovare di più” [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play].

Salvini, i migranti e l’Africa.

Così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini nell’intervista all’emittente araba postata sul suo profilo Facebook è tornato ad attaccare Bruxelles sottolineando che “l’Europa non fa niente in Africa e in Libia, se non danni”. “Chiedere soldi per aiutare questi paesi è un mio dovere – ha aggiunto il ministro – e con le nostre scelte spero di aver dato una sveglia all’Europa, perché di parole stavamo morendo. Noi proponiamo questa strada e speriamo di avere la maggioranza, perché un’immigrazione sotto controllo è un valore positivo per tutta l’Europa” mentre “un’immigrazione incontrollata crea problemi in Europa ma anche nei paesi di partenza”.

Tornando poi sull’atteggiamento dell’Italia verso i migranti, Salvini ha detto che “il problema non sono gli immigrati regolari, ma quelli illegali, come lo sono in tutti i paesi del mondo. Dunque noi stiamo lavorando con la Libia per un’immigrazione legale, facendoli arrivare in Italia in aereo e non sui barconi. Ma dobbiamo interrompere il business del traffico di esseri umani, con potenziali legami con il terrorismo e i trafficanti di droga e armi”. E le accuse di aver fatto aumentare le morti in mare bloccando le navi delle Ong? “L’unico modo per ridurre questi morti – ha risposto il ministro – è bloccare le partenze e creare canali di immigrazioni legali”.

Questione Regeni.

“Stiamo mettendo tutte le pressioni possibili e immaginabili sulla magistratura egiziana perché arrivi alla fine del percorso. Però io da vice presidente del Consiglio italiano ritengo altrettanto importante tornare ad avere piene e buone relazioni con l’Egitto. Spero che in breve tempo ci vegano dati, e vengano dati alla famiglia più che a Salvini, i nomi e i cognomi degli assassini di Giulio Regeni”.

“Il rapporto dell’Italia con l’Egitto – ha aggiunto – è fondamentale. Chiarezza sui responsabili e pene certe per chi ha ucciso l’italiano Giulio Regeni sono state una delle prime domande che ho fatto sia al ministro dell’Interno egiziano che al presidente al Sisi, ci hanno assicurato che stanno lavorando, non mi sostituisco alla magistratura né a quella italiana né a quella egiziana che ci hanno assicurato che le indagini stanno andando avanti, e io mi fido”.

Salvini e la Libia.

“Ho incontrato Serraj, ho incontrato Maiteeq, potrei anche incontrare Haftar, senza prendere parte per nessuna fazione”. Salvini ha aggiunto: “Non metto becco tra le ragioni di Haftar e le altri parti, spero che saremo in grado di portarli tutti attorno ad un tavolo disarmati”.

Quanto al voto in Libia, “elezioni sì, ma senza fissare da fuori, da lontano una data senza che ci siano le condizioni perché i libici possano votare pacificamente”. E “se a Parigi hanno fissato una data per dicembre per votare, hanno fatto un passo troppo veloce, dal nostro punto di vista”.

“In Libia dobbiamo rimediare al tempo perso e agli errori commessi da alcune potenze occidentali stiamo lavorando per la stabilizzazione insieme all’Onu”. E “fissare oggi da Parigi, da Roma o da New York la data delle elezioni non aiuta un processo di pacificazione che ha bisogno di più tempo”. Quanto all’ipotesi di organizzare a Roma una conferenza sulla Libia e sulla partecipazione della Francia, “una conferenza che parla di pace – ha detto – deve essere aperta a tutti, basta che nessuno abbia manie di protagonismo, basta che gli interessi economici nazionali arrivino dopo la stabilizzazione della Libia. In passato l’intervento militare in Libia, anche francese, non ha aiutato”.

“La Francia – ha anche detto Salvini – ha organizzato una conferenza a Parigi forzando sui tempi. Una conferenza a Roma deve essere più aperta, più rispettosa”.