Salvini, “Io sto con i lavoratori” che hanno chiuso in gabbia le due rom

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Febbraio 2017 - 13:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Salvini, “Io sto con i lavoratori” che hanno chiuso in gabbia le due rom. “Io sto con i LAVORATORI (li contatterò già oggi per offrire loro tutto il nostro sostegno, anche legale) e non con le ROM “FRUGATRICI”. Ma quanto urla questa disgraziata??? #ruspa”. Lo scrive Matteo Salvini in un post su Facebook facendo riferimento al caso dei dipendenti del supermercato di Follonica che hanno chiuso le nomadi in un cassone per il recupero del cartone e di altri rifiuti.

Non sorprendono le dichiarazioni di un leader politico che solo pochi giorni fa auspicava “pulizie di massa” contro gli stranieri, strada per strada, piazza per piazza, magari, un suggerimento, con i cani pastore come facevano i nazisti, che di rastrellamenti etnicamente orientati se ne intendevano.

Non si chiede ovviamente al leader della Lega di provare il medesimo sgomento denunciato dal responsabile della Caritas diocesana di zona – un prete che promuove l’accoglienza deve sembrargli peggio dell’Anticristo -.

“Lo sgomento ha preso il sopravvento sulla meraviglia e lo stupore, perché vedere due esseri umani messi alla gogna in modo tanto brutale mi ha fatto sinceramente perdere fiducia nel progresso civile della nostra società – ha detto don Enzo Capitani -. Quelle grate sopra la testa di due donne mi hanno inevitabilmente richiamato alla mente ‘gesta’ di altre epoche, di altri regimi e di fasi storiche in cui la dignità e il rispetto delle persone venne letteralmente annientato solo perché quelle persone appartenevano ad etnie o religioni che era stato deciso non dovessero più avere diritto di cittadinanza nel consesso umano. Non si possono trovare giustificazioni ad un gesto di questo tipo”.

Non si può a meno che non ti chiami Salvini che le camice verdi fuori moda le rimette nell’armadio per tirar fuori quelle brune che oggi vanno così tanto. Si può anche sorvolare sul fatto che una nomade rom che fruga per i cassonetti venga rappresentata come una minaccia intollerabile al nostro delicato ecosistema sociale.

O glissare sul coraggio da leoni che ci vuole per averne il sopravvento. Perfino non considerare la contraddizione di chi vuol dar addosso e mettere in gabbia chi si ritiene di per sé svantaggiato, vittima di sciagura, in una parola disgraziato. O tralasciare la ruspa in bocca a chi non ha mai alzato un chiodo.

Quello che davvero non si comprende: ma uno come Salvini che urla pure le poche volte che sogna, se fosse rinchiuso in una gabbia alla mercé del mondo, griderebbe o sorriderebbe felice? E quanto urlerebbe? Più o meno di una donna, più o meno di una rom?