Salvini raccoglie firme contro governo ottuso che mantiene coprifuoco, quello con dentro la Lega

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Aprile 2021 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA
Salvini raccoglie firme contro governo ottuso che mantiene coprifuoco, quello con dentro la Lega

Salvini raccoglie firme contro governo ottuso che mantiene coprifuoco, quello con dentro la Lega (Foto d’archivio Ansa)

Salvini raccoglie firme, firme No coprifuoco. Il leader della Lega presiede e promuove una raccolta di firme a sostegno di una petizione popolare per l’abolizione di una misura che Salvini e la Lega ritengono ottusa e che invece il governo considera ancora essenziale quanto saggia.

La misura è il cosiddetto coprifuoco (cosiddetto perché nessuno di fatto vieta di tornare a casa o stare in strada dopo le 22) che proprio coprifuoco non è ma è chiusura dalle 22 in poi delle attività e dei locali che comportano spostamenti e contatti tra le persone.

Per Salvini e la Lega è immotivato e punitivo impedire che attività e persone non circolino e siano attive a sera e a notte. Per il governo l’abolizione del cosiddetto coprifuoco è sinonimo, qui e oggi, di moltiplicazione dei contatti e dei contagi.

Salvini e coprifuoco: Lega contro governo dove c’è la Lega

Fin qui, fino alla diversità radicale di opinione e visione tra un partito e un governo si è nella fisiologia della politica. Nella patologia della politica si entra quando il partito che addita alla pubblica opinione come ottuso il governo di quel governo fa parte.

La critica di Salvini al governo sul cosiddetto coprifuoco non è marginale, promuovendo firme e petizione popolare Salvini racconta che al governo non solo sbagliano ma limitano libertà e impongono sofferenze senza ragione. E questo su un tema che Salvini definisce letteralmente “libertà e vita”. Se il governo sbaglia così tanto, anzi è così punitivo nei confronti degli italiani, allora perché la Lega sta in questo governo?

Salvini e la Lega: per i soldi e per i voti

Le risposte alla domanda sono tante: la Lega sta e resta al governo per partecipare all’uso (spartizione per aree elettorali?) dei miliardi dalla Ue destinati all’Italia. E’ solo la prima e la più importante. Altre risposte sono nella dimensione caratteriale di Salvini (anche questo in politica qualcosa conta) e nell’attitudine tipica della politica italiana (di cui Salvini è campione) alla eterna campagna elettorale. Altro elemento di risposta è nella comodità della posizione che viene definita di lotta e di governo contemporaneamente.

Prodi e il Salvini imbertinottato

Prodi: “Salvini si è imbertinottato“. Il neologismo è spiritoso e accattivante: Salvini oggi come Bertinotti circa 25 anni fa quando, per la sua natura e la natura di Rifondazione comunista, non poté che erodere e poi far cadere il governo (Prodi) di cui faceva parte. Per il Bertinotti di allora e per Rifondazione Comunista e le formazioni politiche che da lì derivano, l’impossibilità di essere governo.

Per Salvini e la Lega? Salvini è un ottimo raccoglitore voti, un aspiratore Dyson dell’umore di categorie e gruppi sociali, un virtuoso dell’immediato. Non è un governante, non lo sarà mai neanche dovesse diventare premier. La Lega è cosa è cosa più complessa dello stesso Salvini. La Lega vuole essere governo ma esita, anzi regolarmente vuole esserlo gratis, cioè senza pagare il prezzo dell’assunzione di responsabilità. Nel suo piccolo il caso del coprifuoco è esemplare ed esaustivo.

Retroscena e maggioranze Ursula

Retroscena politici intravisti o più o meno inventati raccontano che Salvini dal governo Draghi non vede l’ora di uscire e che Letta Pd e non si sa chi (Conte?) M5S siano già pronti a farne a meno. Dando vita ad una maggioranza detta Ursula (quella che al Parlamento europeo ha eletto Ursula von der Leyen) con dentro anche Forza Italia. Forse, non subito. Se Salvini si chiamasse fuori ora lascerebbe a chi resta al governo il premio di consenso (prima o poi verrà) dell’Italia vaccinata e dell’Italia che incassa la prima e la seconda rata dei miliardi Ue.

Politicamente ed elettoralmente un lasciato molto più grande anche dei voti di tutti i ristoranti (che in buona parte Salvini già ha). Per ora, come sempre e da troppo tempo, il teatro di un Salvini che accusa Letta di “non fidarsi degli italiani” (come se le popolazioni in materia sanitaria ed epidemica potessero affidarsi al loro istinto) e di un Letta che abbastanza fintamente lo sfida: “Se non vuole stare al governo, ne esca”.