Lega, tra Milano e Roma il gioco dei tre candidati: Salvini perde, Castelli si sposta, Reguzzoni sale

di Riccardo Galli
Pubblicato il 9 Marzo 2011 - 16:05 OLTRE 6 MESI FA

Matteo Salvini

MILANO – Un futuro vicesindaco già sicuro della poltrona che dalla sera alla mattina scopre di essere stato “depennato”, un viceministro che diventa candidato vicesindaco altrettanto velocemente e un presidente dei deputati che si appresta a diventare se non Ministro almeno sottosegretario. Sono questi gli elementi di una storia in salsa leghista che sembra seguire più gli schemi della tanto odiata politica, dalla Lega in primis, della “prima repubblica”.

In questa storia il depennato risponde al nome di Matteo Salvini, europarlamentare leghista e consigliere comunale a Milano da quand’era un ventenne. Fino a qualche ora fa futuro candidato vicesindaco di Milano. Sono bastate tre parole di Umberto Bossi. “Non penso proprio”, ha risposto a chi gli domandava appunto di Salvini, indicato anche dai leghisti come vice di Letizia Moratti in caso di riconferma. L’europarlamentare leghista, ignaro, rischia di finire vittima di un gioco che passa da Roma. “Deve essere uno istituzionale”, ha aggiunto Bossi, nel tratteggiare il futuribile vicesindaco. E se il giovane Renzo deve studiare, potrebbe andar bene Davide Boni, attuale presidente del Consiglio Regionale, che è di Mantova e però ha residenza a Milano da anni. Potrebbe, ma lui proprio nulla ne sa e si è già chiamato fuori. E allora chi? Il papabile sembra essere ora Roberto Castelli, già ministro della Giustizia e ora vice ministro alle Infrastrutture e mancato sindaco di Lecco. Sabato scorso, un po’ a sorpresa, l’hanno visto a Milano, all’inaugurazione di una nuova sede della Lega, sarà stato un caso.

Manca solo il nome del futuro Ministro o sottosegretario che sembra essere anche il motore, insieme a Bossi ovviamente, di tutto questo tourbillon di poltrone e incarichi. Un valzer che, ancora una volta, dimostra che Bossi sta cercando di mettere a frutto la sua nuova forza in seno al Governo dopo la fuoriuscita di Fini e dei suoi chiedendo nuovi incarichi, con relative poltrone. E quest’uomo risponderebbe al nome di Marco Reguzzoni che, quando Bossi ha schiantato la candidatura Salvini, sedeva al fianco del senatur. Reguzzoni, oggi capogruppo alla Camera, è uno dei pochissimi che stanno attorno al Capo. E non è forse casuale un’altra battuta di Bossi: “E’ un po’ di tempo che è spesso in sala dei ministri…”, parlando appunto di Reguzzoni. “Il rimpasto di governo si farà, i posti sono tanti e ci sarà spazio anche per noi”, si lascia sfuggire il leader del Carroccio. Reguzzoni, secondo l’agenzia Ansa, a questo punto “arrossisce”.

Il puzzle è così completo. Castelli candidato come vicesindaco di Milano deve lasciare il posto da viceministro, e al suo posto si potrebbe accomodare proprio Reguzzoni, a restare con il classico cerino in mano rimane il povero Salvini che, forse saggiamente, non commenta. A via Bellerio lo sanno, quel che decide l’Umberto non si discute.