Sandro Bondi, day after: “Io sono buono, il mondo è orribile”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Agosto 2013 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Sandro Bondi

Sandro Bondi (foto LaPresse)

ROMA – Un po’ falco e un po’ colomba. E un “buono” che se diventa cattivo non è colpa sua ma è colpa della “realtà” orribile. Sandro Bondi, il giorno dopo la sortita sulla guerra civile e la polemica a distanza con Giorgio Napolitano, finisce ovviamente sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali. Lo intervistano sia il Corriere della Sera sia Repubblica e Bondi, per nulla intenzionato a passi indietro, spiega la sua  posizione.

Così al Corriere della Sera l’ex ministro spiega la sua sortita.

«Accade questo: io sono buono e ingenuo, mentre la realtà è orribile. Perciò, quando me ne accorgo, sebbene a lungo mi sforzi di non accorgermene, reagisco». 
Era stato «colomba» per troppi mesi. 
«Sì, assolutamente sì. Negli ultimi e tribolati tempi ho sempre suggerito, pregato il Presidente Berlusconi di sostenere questo governo, di avere fiducia in Letta… gli ripetevo: può anche essere l’occasione di una pacificazione, possiamo provare a fare buone riforme e a dare una spinta positiva al Paese… ma poi… poi…». 
La sentenza della Cassazione, la conferma della condanna a 4 anni di reclusione. 
«Guardi, sono sincero: mi toglie il fiato anche solo sentirle pronunciare, queste parole. Condanna… reclusione… a lui, a un leader come lui… a una personalità politica che ai militanti del Pdl scatena le stesse identiche sensazioni che Enrico Berlinguer scatenava nei comunisti italiani…». 
Forse questo paragone è un filo… 
«È così, mi creda: io vengo da quell’esperienza politica, è come le dico io». 

Comunque evocare la guerra civile è stata una scelta forte, troppo forte, senatore. 
«Mi ascolti: in questo Paese, dal dopoguerra ad oggi, non c’è forse già stata sempre una guerra civile strisciante? Devo parlarle delle stragi, del terrorismo, di tangentopoli, dell’esilio di Craxi?». 

Su Repubblica, invece, Bondi attacca a testa bassa: ”Irresponsabili sono tutti coloro che hanno bocciato il lodo Alfano e oggi hanno emesso una sentenza che fa a pugni con gli interessi nazionali e il senso di giustizia”.  L’ex ministro ribadisce la sua tesi anche in una lettera pubblicata sul Giornale in cui afferma che l’Italia sta vivendo ”un altro momento storico in cui scopriamo di non essere un Paese predisposto al bene o alla conciliazione, ma in cui la ferocia e la barbarie possono scoppiare e esplodere in ogni momento, accanendosi preferibilmente contro capri espiatori delle colpe nazionali”. A Bondi non piace comunque l’idea della grazia per l’ex premier: ”postula una sconfitta – spiega a Repubblica – e stride con la nobiltà della storia e della statura politica del presidente Berlusconi”.

Piuttosto preferirebbe ”una profonda riforma della giustizia”. che prenda atto della necessità di garantire i principi fondamentali della democrazia”. Un eventuale governo del Pd con i 5 Stelle, sottolinea, ”sarebbe augurabile per chi tifa per il tanto peggio, ma non per l’Italia”. Intervistato anche dal Corriere della Sera, il coordinatore del Pdl dice di sperare ”sempre in una soluzione politica” e di non immaginare ”solo una eventuale ‘grazia’, no – dice: – io immagino anche una sinistra che non esulti più per una sentenza che vuole ingiustamente portare un uomo come Berlusconi alla reclusione”.