Sanità modello San Camillo: il doppio impiegati e mensa e…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2015 - 08:11 OLTRE 6 MESI FA
Sanità modello San Camillo: il doppio impiegati e mensa e...

L’ospedale San Camillo di Roma

ROMA – Prendi due ospedali italiani, tra loro molto simili per dimensioni e prestazioni sanitarie: il San Camillo di Roma e gli Ospedali Riuniti di Ancona. Il primo chiude il bilancio con 158 milioni di deficit in un solo anno. Il secondo lo chiude in attivo. La differenza? Il San Camillo ha mille posti letto e 4.148 dipendenti. Gli Ospedali di Ancona 3.461 dipendenti con gli stessi posti letto. La differenza nella differenza, quella che conta? A Roma gli amministrativi sono l’11% del totale, ad Ancona il 7 per cento.

Ancora: mensa, lavanderia, riscaldamento. Al San Camillo costano 80 milioni, ad Ancona 45 milioni. I conti li ha fatti l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali. Di queste differenze sparse per il territorio nazionale è fatto e depositato a carico dei contribuenti circa un miliardo di spreco annuo nella Sanità che piange miseria. La differenza tra gli Ospedali di Cosenza in deficit e quello di Cannizzaro in Sicilia in attivo: 700 stipendi in più per il primo. Ospedali simili quanto a grandezza e prestazioni.

Sono 29 in Italia i grandi ospedali con i conti in rosso. Da soli quelli della Capitale cumulano 707 milioni di perdita. Succede, guarda caso, sempre là dove i servizi di mensa, lavanderia, riscaldamento e altro sono appaltati spesso senza gara pubblica e succede sempre quando le assunzioni di dipendenti sono obese di impiegati e scarse di medici e infermieri.

Coincidenze? Coincidenze comunque istruttive. Istruttive per chi vuol vedere. Ma non sono molti a voler vedere: si lamenta una generale riduzione della spesa pubblica per la Sanità (riduzione che non esiste, a diminuire è la crescita della spesa per la Sanità). Ma dietro questo “generale” si nascondono con successo i molti che praticano e difendono il modello San Camillo.

Modello Sanità che garantisce la possibilità di assunzioni clientelari e favorisce la formazione di rendite (e forse corruzione) intorno al sovra prezzo strutturale dei servizi appaltati. E’ solo il caso di ricordare che la gestione finanziaria degli ospedali come della Sanità tutta è in mano al ceto politico, anzi al ceto politico delle Regioni. Quello che negli ultimi anni si è segnalato per efficienza, integrità, trasparenza, corretto utilizzo del pubblico denaro…Quello che piange miseria e strepita “attacco alla salute dei cittadini” quando li si invita e pressa perché cambino…modello. E, quel che forse è il peggio del peggio, moltissimi cittadini ci cascano.

Vien loro fatto credere che toccando il “modello san Camillo” si tolgono soldi alla salute della gente. Quando è quel modello che toglie soldi alla salute della gente. Un miliardo all’anno nei soli ospedali, scusate se è poco.