Berlusconi scarica Scajola, dimissioni imminenti per il ministro

Pubblicato il 4 Maggio 2010 - 08:27 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro Scajola insieme al premier Berlusconi

Il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola annuncerà stamattina le proprie dimissioni nel corso della conferenza stampa prevista alle 11.30 di martedì 4 maggio al ministero. Scajola è rientrato ieri sera a Roma da una missione in Tunisia. In mattinata avrebbe avuto, secondo fonti qualificate dell’Ansa, un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che lo ha invitato a rimettere il mandato.

Nella serata di ieri era giunta la giustificazione formale secondo la quale il ministro aveva anticipato il suo ritorno dal viaggio ufficiale in  Tunisia per poter esaminare alcuni decreti urgenti.  La sensazione è che Berlusconi, avendo valutato la gravità delle accuse circostanziate nei confronti di Scajola, non sia più così sicuro di voler difendere il suo ministro a tutti i costi come aveva fatto nei giorni scorsi. “La situazione è difficile – avrebbe confidato il presidente del Consiglio a un ministro -. La casa è un bene che colpisce molto l’immaginazione della gente”.

Alla mozione di sfiducia presentata dall’Idv e alla richiesta di un passo indietro da parte di Anna Finocchiaro del Pd si era aggiunto anche l’invito dell’alleato di governo Fabio Granata, finiano di ferro che ha giudicato inopportuna politicamente la volontà del ministro di restare al suo posto.

Il premier avrebbe ricevuto indiscrezioni sull’indagine che darebbero Scajola, ufficialmente ancora non indagato, in una situazione senza via d’uscita. Il fronte per le dimissioni si allarga anche all’interno dello stesso Pdl, e non solo nell’area finiana. Contro di lui gli ex forzisti che, nell’ipotesi di un voto segreto per la mozione di sfiducia, potrebbero così fare fuori colui che era stato indicato come uno dei tre coordinatori del Pdl. Anche la Lega, che ambisce al suo ministero, lo avrebbe abbandonato, per non parlare del suo collega Tremonti che in questi giorni non ha speso nemmeno una parola di solidarietà nei suoi confronti.

Non erano in molti a scommettere, quindi, che Scajola arrivasse da ministro al 14 maggio, data in cui sarà ascoltato dai magistrati di Perugia nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti del G8. Solo ieri il ministro prometteva anche di volersi presentare davanti al Parlamento, subito dopo l’incontro coi Pm. Ma poi le cose sono precipitate e il ministro ha deciso all’ultimo momento di tornare in Italia nella notte, anziché nella mattinata di oggi. E non parteciperà nemmeno alla cerimonia inaugurale per le celebrazioni dell’Unità d’Italia, in programma nella “sua” Genova, accanto al presidente della Repubblica.

Scajola intanto continua a difendersi e a presentarsi come vittima. Minaccia querele. Ieri dalla Tunisia dichiarava “di essere sottoposto di fatto ad un vero e proprio processo mediatico che si basa su dichiarazioni rese da terzi il cui contenuto” gli è “ignoto, e in una vicenda in cui l’unico dato certo” è che non è indagato. “In questa situazione in cui la mia persona è quotidiana ‘infangata’ – ha aggiunto – ho dato mandato al mio legale di intraprendere tutte le iniziative che si renderanno necessarie a mia tutela”. Il ministro lamentava che “sui principali quotidiani, anche oggi, sono pubblicati ampi stralci di affermazioni che sarebbero state rese da persone informate sui fatti. Con la peculiarità che ogni giorno le dichiarazioni sui quotidiani si arricchiscono di nuovi particolari anche contraddittori con quanto già pubblicato”, aggiunge, sottolineando che “tutto ciò avviene senza che l’autorità giudiziaria competente sia in grado di arginare questa inarrestabile e illegittima divulgazione di notizie”.