Sciopero Cgil: “Siamo un milione, l’Italia non è un paese rassegnato”

Pubblicato il 25 Giugno 2010 - 19:33 OLTRE 6 MESI FA

La Cgil incrocia le braccia e scende nelle piazze italiane, nella giornata dello sciopero generale, per dire al governo di cambiare la manovra ”ingiusta, iniqua e depressiva”. Per chiedere di far pagare ”di piu’ a chi piu’ ha”, invece che farla pesare sui ”soliti noti”, i lavoratori. Lo fa con cortei, presidi e manifestazioni in tutte le regioni e nelle principali citta’: da Roma a Napoli, da Milano a Bologna. ”Tutto sulle nostre spalle” e’ lo slogan. Insieme ai lavoratori anche esponenti dell’opposizione: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a sorpresa arriva al corteo di Milano. A Napoli, il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. Ma anche il portavoce nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola.

”Siamo oltre un milione”, fanno sapere da Corso d’Italia. ”Un successo straordinario, oltre le aspettative”, commenta il vice segretario generale Susanna Camusso. ”Dimostra come il nostro Paese non sia rassegnato”, aggiunge. E respinge le considerazioni di chi parla di una Cgil ”isolata”: ”Basterebbe guardarsi intorno…” replica. ”Massiccia”, aggiungono gli organizzatori, l’adesione allo sciopero generale: quattro ore nel settore privato (otto per i metalmeccanici), l’intera giornata nel pubblico.

”Bassa” secondo il governo: nella Pubblica amministrazione il ministro, Renato Brunetta, parla di una partecipazione intorno al 4%. ”Mi auguro che questo sciopero sia l’ultimo”, dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. L’ultimo ”di una stagione segnata da un forte condizionamento ideologico”, che ”al contrario, preluda a una nuova fase legata anche al rinnovo del vertice”. E proprio a Camusso, candidata a leader della confederazione, e’ affidato il testimone della giornata di mobilitazione. Il numero uno del sindacato di Corso d’Italia, Guglielmo Epifani, non c’e’, impegnato in Canada, a Vancouver, per il secondo Congresso mondiale dell’International Trade Union Confederation, la Confederazione internazionale dei sindacati.

Camusso partecipa alla manifestazione principale, a Bologna, dove interviene in piazza Maggiore: qui sono 100 mila, sempre secondo i dati forniti dagli stessi organizzatori. Settantamila a Napoli e Milano, rifersicono. Dal palco bolognese, chiede al governo una strategia per la crescita, politiche per l’industria e l’occupazione, interventi a sostegno dei redditi di lavoratori, pensionati e giovani. Di qui la proposta anche di una tassa sui ricchi. ”Chi ha un reddito superiore a 150.000 euro, per due anni puo’ pagare un’addizionale che permetta di non chiedere a lavoratori a 1.000 euro di rinunciare ai loro contratti?”, chiede Camusso, tirando in ballo anche le rendite finanziarie.

Da Milano, anche Bersani parla di manovra ”ingiusta e iniqua” e chiede all’esecutivo di correggerla almeno per ”le cose piu’ inaccettabili, che colpiscono i servizi e i redditi fondamentali”. Da Roma, il presidente dell’Assemblea del Pd, Rosy Bindi, parla di ”straordinaria adesione che conferma il disagio del Paese profondo e reale”. Per il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, al contrario, ”la Cgil inchioda la sinistra italiana al passato e alla sconfitta”. Mentre, sul fronte sindacale, la Cisl denuncia ”atti di intolleranza che si sono verificati nei confronti del nostro sindacato a Roma e Ancona”. Ma nella giornata della mobilitazione generale, dalle strade e dai palchi dei comizi e’ risuonato anche l’eco della vicenda Pomigliano. A Napoli a guidare il corteo e’ una delegazione dei lavoratori del Giambattista Vico; vi partecipa anche l’ex numero uno delle tute blu Gianni Rinaldini. A L’Aquila interviene invece il nuovo segretario generale Fiom, Maurizio Landini. Che torna a dire: ”Siamo pronti a fare una trattativa”, a patto che la Fiat ”non metta in discussione i diritti civili”.