Scontro tra Alfano e Csm: “Violata la Costituzione”

Pubblicato il 17 Marzo 2010 - 08:46 OLTRE 6 MESI FA

Scontro aspro tra governo e Csm sul caso Rai-Agcom. Il Comitato di presidenza del Csm ha dato il via libera alla pratica chiesta dalla maggioranza dei consiglieri per verificare se il mandato degli ispettori, da ieri al lavoro, possa interferire nell’inchiesta della procura pugliese. Angelino Alfano dice: violata la Costituzione. Poi in mattinata arriva la replica di Nicola Mancino che calma le acque: ispezione legittima, nessuna interferenza.

Alfano ha reagito duramente all’inchiesta del Csm sull’ispezione. «L’iniziativa del Csm – ha detto il ministro della Giustizia – è quanto di più grave si sia mai visto da parte di questo organismo ed è un comportamento inaccettabile che viola la Costituzione e vulnera il sistema democratico della divisione dei poteri». Una presa di posizione giunta dopo che il vice presidente del Csm, aveva avvertito: “L’indagine giudiziaria non può essere compressa dall’ispezione”.

Mancino. Gli risponde il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino: «Il Comitato di presidenza del Csm non ha messo in discussione la legittima facoltà del ministro di inviare ispettori alla procura di Trani; ma ha anche precisato che nessuna ispezione può interferire nelle indagini giudiziarie».

La risposta di Mancino è affidata ad una nota, in cui il vicepresidente spiega anche le ragioni per le quali la pratica sull’ispezione è stata affidata alla VI Commissione del Csm: «Abbiamo scelto la VI Commissione consiliare e non la I, come pure era stato richiesto, proprio per evitare di dare l’impressione di prendere posizione a tutela dei magistrati di Trani e contro gli ispettori ministeriali. Allo stato perciò – sottolinea Mancino – non siamo di fronte ad una pratica a tutela aperta in seguito ad una presunta ma inesistente lite contro gli ispettori».

Procuratore del Trani. «Perché non si alimentino fantasie, tengo a precisare che l’audizione di ieri sera (dinanzi agli ispettori inviati dal Guardasigilli Ndr) si è svolta in un clima di grande serenità e di leale collaborazione: non c’é nessuna contrapposizione». Lo ha detto al suo arrivo al palazzo di Giustizia di Trani il procuratore della Repubblica Carlo Maria Capristo. «Leale collaborazione – ha sottolineato Capristo rispondendo ad una domanda – significa rispetto delle regole da parte di tutti».

L’inizio dello scontro. E’ il pomeriggio di ieri quando Mancino e i vertici della Cassazione danno il proprio “ok” alla pratica sull’ispezione di Alfano, rinviando invece la decisione sul caso del consigliere Cosimo Ferri, finito nelle intercettazioni agli atti della procura di Trani, per le sue conversazioni con Giancarlo Innocenzi sulla trasmissione “Annozero”. E ai giornalisti il vice presidente spiega: “la pratica é stata affidata alla Sesta Commissione perché ribadisca i confini tra l’ispezione e l’indagine giudiziaria, che non può essere compressa dall’ispezione stessa; bisogna rispettare l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati requirenti”.

La risposta di Alfano arriva in tarda serata ed è molto più che aspra: «anziché aprire una pratica per controllare perché presso un ufficio giudiziario vi sia stata una gravissima violazione del segreto d’indagine, anziché verificare come e perché il Presidente del Consiglio, ministri e parlamentari siano stati intercettati e le telefonate anziché distrutte siano state messe a disposizione dei giornalisti, anziché investigare su come sia possibile che la competenza territoriale di questi fatti sia ancora mantenuta a Trani in palese violazione di legge, anziché verificare come sia possibile che un’accusa sortisca contro il Presidente del Consiglio a pochi giorni dalle elezioni, il CSM, travalicando i propri poteri apre una pratica che, all’evidenza, tende a comprimere l’attività degli ispettori».

Un comportamento “a dir poco preoccupante” e che “dimostra la volontà di certa magistratura di voler evitare che si faccia luce sulle patologie di inchieste che hanno una chiara ed ovvia valenza politica”.

Ma dal Csm continuano ad arrivare critiche all’iniziativa di Alfano: «L’ispezione sembra un atto improprio per i tempi con cui è stata disposta e che fanno pensare a una reazione nei confronti dell’indagine di Trani», sostiene il consigliere Vincenzo Siniscalchi, componente della Sesta Commissione, che ritiene necessario perciò ascoltare gli ispettori del ministro Alfano e il procuratore di Trani Carlo Maria Capristo.

E’ gelo. Tra la procura di Trani e gli ispettori del ministro della giustizia i rapporti si fanno subito tesi. La dichiarazione di guerra la consegna alla stampa il pubblico ministero di Trani, Michele Ruggiero. Il pm è nei corridoi della procura generale di Bari in attesa di essere ascoltato, assieme al procuratore Carlo Maria Capristo, dai due ispettori del ministero della Giustizia guidati da Arcibaldo Miller.

L’indagine è sotto ”segreto istruttorio” – spiega Ruggiero – quindi ”tutto quello che non e’ stato reso noto agli indagati non sara’ reso noto agli ispettori”. Tradotto per i non addetti ai lavori significa: agli ispettori non sara’ dato nulla. Questo perche’ gli indagati non hanno ricevuto alcun atto d’indagine, neppure un avviso di garanzia.

Avvocati di Berlusconi in procura. I legali del premier Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Filiberto Palumbo, sono oggi giunti in procura a Trani. I due penalisti hanno chiesto ufficialmente di inviare per competenza gli atti relativi alla posizione del capo del Governo nell’inchiesta Rai-Agcom al Tribunale dei Ministri.