Scoppia il bubbone Lazio: Polverini e Alemanno nuova “grana” per il Pdl

Pubblicato il 27 Maggio 2011 - 21:04 OLTRE 6 MESI FA

Renata Polverini e Gianni Alemanno

ROMA – Il bubbone alla fine è scoppiato e rischia di ammorbare definitivamente il clima generale del centrodestra. Il caso Lazio, con le liste del governatore Renata Polverini in rotta con il Pdl non deve essere confuso con una “bega” locale perché ha già accentuato frizioni a livello nazionale (e locale a Milano, Lombardia). I fatti: due consiglieri della Lista Polverini sono passati nel gruppo Pdl proprio alla vigilia dei ballottaggi e nel giorno in cui la governatrice ha in agenda comizi a Sora e Terracina, dove si confronteranno candidati della sua lista Città Nuove con quelli del Pdl. ”Un atto ostile -tuona la presidente – è la fine della coalizione”. E il sindaco Gianni Alemanno, già impegnato sul fronte anti Lega per spostare il baricentro del partito, si dichiara subito pro-Renata e per ”un chiarimento nel Pdl”.

Ora lo scenario si ingarbuglia ulteriormente perché da alcune indiscrezioni non confermate Alemanno sarebbe particolarmente attivo per partorire subito dopo le amministrative gruppi autonomi in Parlamento ma federati al Pdl. Un progetto che sarebbe legato agli incontri avuti le scorse settimane tra cui quello con gli ex finiani Adolfo Urso e Andrea Ronchi. Insomma se a Milano piangono, con la guerra intestina Lega-Pdl-Ciellini di Formigoni, anche a Roma non si scherza.

Il trasloco dei consiglieri Andrea Bernaudo e Giuseppe Melpignano arriva alla vigilia dei derby di Sora e Terracina e scatena l’ira della Polverini che si abbatte sul Pdl: ”E’ un gesto che mette fine alla coalizione. Avviare la compravendita dei consiglieri è un atto di autolesionismo, alla vigilia del voto, che supera anche la mancata presentazione della lista. Una parte del Pdl ha deciso di spostare l’equilibrio della maggioranza, sperando di influenzare le mie scelte”.

A Terracina lo scontro è furibondo: il candidato del Pdl, Nicola Procaccini, portavoce della rampelliana Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, se la vedrà con Gianfranco Sciscione, appoggiato dall’inquilino del Campidoglio  presente al comizio conclusivo dell’uomo della Polverini. ”Sono vicino alla presidente nel momento in cui chiede un forte chiarimento per comprendere se i passaggi siano il frutto non di scelte personali, ma di manovre politiche”, ha detto il sindaco da tempo bersagliato dai rampelliani estromessi dal rimpasto di giunta. Getta acqua sul fuoco il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che conferma ”il pieno sostegno a Renata Polverini e alla giunta”. Ma nel Pdl laziale le reazioni non sono univoche.

Il vice capogruppo del Pdl alla Regione Lazio Carlo De Romanis parla come chi sapeva del passaggio: ”non è un atto ostile ma un rientro a casa”. Replica duramente il coordinatore Pdl Vincenzo Piso: ”Tutto è avvenuto senza aver minimamente informato il coordinamento regionale. E’ un modo di operare sbagliato e foriero di lacerazioni: dopo i ballottaggi voglio un incontro con i vertici del partito”.

E Alemanno pensa già al dopo ballottaggio, e come interlocutore politico nazionale uscirebbe rafforzato se dalle urne laziali uscissero vincitori i nomi della Polverini. Propone primarie per scegliere le cariche monocratiche, tra cui i sindaci: il sindaco ha lanciato la proposta venerdì sera nel corso della chiusura della campagna elettorale a Terracina. ”Questa è una battaglia che va oltre Terracina – ha detto – se il candidato di Città Nuove Gianfranco Sciscione vince, nessuno nel Lazio si sognerà più di inviare sindaci calati dall’alto. Si capirà che i sindaci si devono scegliere sul territorio, si devono scegliere con le primarie, non in stanze di partito, dall’alto”. Il confronto serio è tutto rimandato al dopo-ballottaggio. E se queste sono le premesse, a Milano come a Roma, il bubbone si trasformerà in una vera grana anche a livello nazionale.