Scorta armata per tutti i ministri: effetto Preiti, sicurezza rivista

Pubblicato il 30 Aprile 2013 - 11:03| Aggiornato il 27 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Scorta armata per tutti i ministri: dopo la sparatoria di Luigi Preiti davanti a Palazzo Chigi, si potrebbe tornare al passato per quanto riguarda la sicurezza degli esponenti del governo.

Il piano di protezione prevede: niente “zone rosse” fisse attorno alle sedi istituzionali ma interdizioni da valutare caso per caso, rimodulazione delle scorte e dei dispositivi di protezione, costante scambio di informazioni con gli 007 e gli organi provinciali per avere un quadro sempre aggiornato della situazione del paese da un lato e delle minacce cui sono esposte le personalità a rischio dall’altro.

I sistemi di tutela, ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro, “non sono un capriccio ma rappresentano l’attuazione concreta di misure di sicurezza decise dalle autorità competenti”.

Stando ai dati della fine del 2012, sono attive poco più di cinquecento scorte delle 583 che erano in vigore prima dei tagli previsti dalla spending rewiew del governo Monti. Quel che è già certo è che non verranno toccate le circa venti scorte di primo livello, vale a dire quelle in cui ricadono le massime cariche istituzionali dello Stato e tutti quei soggetti esposti a “straordinari pericoli” dovuti all’incarico che ricoprono o a particolari elementi che li mettono a rischio “imminente ed elevato”.