Scudo fiscale, Fini: “Oggettive anomalie nell’iter ma si vota entro domani”

Pubblicato il 30 Settembre 2009 - 15:58 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Nell’iter del provvedimento che contiene lo scudo fiscale ci sono «oggettive anomalie». Il presidente della Camera Gianfranco Fini, non nasconde i dubbi, sul nel testo correttivo del decreto anticrisi.

Pur non entrando nel merito del provvedimento, infatti, Fini, in una nota definisce anomalo il fatto che il pacchetto sia stato «trasmesso dal Senato a dieci giorni dalla sua scadenza».

Allo stesso tempo, però, Fini ha di fatto dichiarato di voler ricorrere (sarebbe la prima volta nella storia di Montecitorio), alla «ghigliottina», ponendo subito in votazione il provvedimento a prescindere dalla fase in cui è giunto l’esame.

Nonostante le perplessità, infatti,  il voto di fiducia non slitterà: il presidente Fini ha sottolineato che «rientra nella precisa responsabilità della presidenza assicurare che la deliberazione sulla conversione dei decreti legge avvenga nel termine stabilito dalla Costituzione». Ufficialmente, per dare al presidente della Repubblica il tempo di esaminare e valutare il testo.

Quindi,  nonostante le pressioni dell’opposizione, non ci sarà nessuno slittamento: «Verificata l’impossibilità di giungere con i gruppi di opposizione, alcuni dei quali intenzionati comunque a usare nel dibattito tutte le facoltà regolamentari mettendo a rischio la conversione del decreto, ad una intesa di metodo per consentire la conclusione del provvedimento in tempo utile, ha avvertito che la presidenza, ove a ciò costretta, non si sottrarrà al suo preciso dovere di porre direttamente in votazione il decreto legge entro le ore 15 di domani (1 ottobre)».

La scelta di Fini scontenta però l’opposizione che non si accontenta delle critiche procedurali e puntava sull’ostruzionismo per bloccare il decreto.  Per il capogruppo del Pd Antonello Soro si tratta di  una decisione imperdonabile su un provvedimento vergognoso». «Fini aggiungerebbe un’altra forzatura a un percorso parlamentare già zeppo di forzature» ha rincarato la dose Michele Vietti, vicecapogruppo Udc.

Il presidente della Camera, però,  ha risposto che il suo atteggiamento risponde ad «una elementare forma di rispetto per il Capo dello Stato», in base ad una «informale prassi» secondo la quale il testo dei decreti approvati si invia al Quirinale prima della scadenza.