Scuola, quella “buona” fa guerra ai voti. Mai sapere chi è bravo e chi no

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2014 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA
Scuola: "Abolire i voti", proposta di docenti ed esperti al governo Renzi

“Sblocca Scuola” la sezione del sito “La Buona Scuola” con le cose che dovrebbero essere abolite”

ROMA – La buona scuola? Abolire i voti e non sottoporre gli studenti alla “fredda valutazione” imbrigliata “in un assurda logica matematica, con voti scolastici appesantiti e mortificati da unità decimali”: è la proposta di Francesco Dall’Oro, esperto di orientamento scolastico. Non è solo Dall’Oro, con lui nella guerra ai voti non pochi presidi, molti insegnanti, moltissimi studenti, un bel po’ di genitori.

Tutti uniti e concordi nell’unico fronte del non si sappia mai, non sia mai si sappia chi è bravo e chi no. L’abolizione del voto in pagella, in calce ai compiti e ovunque il voto abbia l’impudenza di apparire ha infatti soprattutto questa finalità: impedire che la valutazione divida e selezioni. Conseguenza logica della pedagogia che vuole la scuola non il luogo della fatica dell’apprendimento e dell’acquisizione delle competenze. Al contrario questa pedagogia vuole la scuola come il luogo della socializzazione delle esperienze cognitive. Con un corollario purtroppo inevitabile: senza voti, senza “l’ideologia” del voto, per tutto il percorso della formazione scolastica non ci sarà esatta geografia e definizione del “fatto bene” o “fatto male”.

L’idea dell’abolizione dei voti a scuola potrebbe essere fatta propria dal governo Renzi che, tramite il sito creato ad hoc “La buona scuola”, sta raccogliendo idee da tutta Italia.

Nella sezione “Sblocca Scuola“, ad esempio, si invita gli utenti ad indicare “le norme e le procedure da abolire“. Fra queste, i voti in pagella sono particolarmente presi di mira, perché ad oggi (19 novembre) sono ben 643 (su 979 totali) i suggerimenti che hanno come argomento i voti, e molti insistono sulla necessità di abolirli.

Prendiamo le ultime tre proposte di abolizione dei voti. Cristiana sostiene che “Il voto, come diceva il maestro Manzi, crea classifiche, mortifica o illude. Il processo di apprendimento non può esaurirsi in un numero”. Per Giuseppe i voti “non riescono a racchiudere nell’aridità di un numero la ricchezza e la complessità di ogni alunno”. Secondo Serena “Il voto disintegra le comunità, divide e corrompe, cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme”.

La buona scuola è quella senza voti, quindi? Per Francesco Dall’Oro sì:

I voti scolastici infatti, assicura l’esperto, dividono e creano confronti e competizioni tra ragazzi. E allora basta voti, la scuola deve saper correggere, non bocciare.

La domanda che si pone l’esperto è: l’attuale organizzazione scolastica riesce a valorizzare i talenti degli adolescenti?. E la risposta non è rosea: “Le modalità e i criteri utilizzati nella valutazione dei nostri studenti rappresentano uno dei segnali più preoccupanti. Un messaggio della povertà della scuola e delle competenze di molti suoi interpreti”.

ASSURDA LOGICA MATEMATICA – “Quando, ad esempio, la valutazione si presenta imbrigliata in una assurda logica matematica, con voti scolastici appesantiti e mortificati da unità decimali (4,9 in un compito di latino, 3,8 in greco, 5,95 in inglese, 2 meno, meno, meno in matematica), la nostra scuola viene meno a quello che dovrebbe essere uno dei suoi principi fondamentali di deontologia professionale: sostenere le persone nei momenti di difficoltà e rimotivarle. A volte (zero più…), sfiorando gravemente il ridicolo e alimentando una specie di galleria degli orrori o, per essere più moderati, delle sciocchezze scolastiche. Questa pratica della valutazione, appesa al bilancino del farmacista, è stupida e nociva. Non è più tollerabile e deve essere immediatamente fermata”.

SOSTENERE I RAGAZZI – “La valutazione deve essere formativa: il cuore delle strategie dell’apprendimento. A volte, invece, i voti a scuola e i giudizi che noi insegnanti trasmettiamo, sembrano quasi materializzare frustrazioni, preoccupazioni e le nostre aspettative tradite. L’alibi delle frustrazioni che questi voti scolastici possono determinare e che, secondo alcune insistenti scuole di pensiero, rappresenterebbero un percorso obbligato e una condizione indispensabile per la formazione delle persone, ignora i problemi della quotidianità e, soprattutto, non regge di fronte alla grave perdita che ogni anno dobbiamo registrare a proposito di dispersione scolastica e di abbandoni. Le persone in difficoltà, quelle più fragili, devono essere sostenute e non ferite. E quando le perdiamo, è una sconfitta per tutti”.

ABOLIRE I VOTIE la proposta arriva diretta: abolizione dei voti almeno a partire dalla scuola elementare. “I voti, innanzitutto, devono essere aboliti nella scuola primaria. Con una riflessione da fare per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e di secondo grado. I voti scolastici possono essere un’arma impropria e interferire, soprattutto nell’infanzia e nella prima adolescenza, con la qualità delle relazioni e la possibilità di fare gruppo in una comunità scolastica”.

I VOTI DIVIDONO – “I voti scolastici dividono, creano confronti e, quindi, preoccupazioni e ansia. Colpiscono l’autostima e, in troppi casi, annullano il desiderio di scoprire e di imparare. I danni che possono creare su un equilibrato e sereno sviluppo psicofisico e relazionale sono incalcolabili. In questo campo, quello della valutazione, senza affidarsi a improbabili riforme, si può fare una rivoluzione. Subito e con poco. Serve solo un pizzico di equilibrio e di buon senso. Autorevolezza. E qualche vincolante indicazione ministeriale”.

GUERRA ALLA DISPERSIONE – “Se vogliamo modificare i dati relativi agli abbandoni e alla dispersione scolastica, la scuola deve essere presentata e vissuta come il luogo elettivo per l’errore. Non per enfatizzare tale evenienza, ma nel momento della difficoltà, nel momento in cui si sbaglia o non si riesce a trovare una soluzione, il messaggio che deve arrivare ai nostri ragazzi è il seguente: “Attenzione, così non va bene! Ma, tranquilli, siete nel posto giusto e ora, insieme, cerchiamo la soluzione”.

LA BUONA SCUOLA – La possibilità di abolire i voti a scuola è presente anche nella consultazione per la Buona Scuola. Non mancano infatti le proposte in questo senso. E allora il dibattito si allarga. Fabio C., ad esempio, lancia la proposta “OLTRE LA BOCCIATURA” in cui spiega “La scuola italiana ha nel proprio DNA la bocciatura come cardine della selezione e come strumento di controllo della disciplina. Bocciare sino a 16 anni è inutile e inefficace. La bocciatura è un sistema per sviare la responsabilità del fallimento dell’istruzione. Il rapporto docente-discente si fonda sulla condivisione degli obbiettivi. Parafrasando Leibniz: la migliore delle scuole possibili non è questa nella quale bocciare è la norma; è quella in cui bocciare è una stranezza”.