Scuola febbre a 38, la febbre del non riaprire, la mascherina del manca tutto

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 11 Settembre 2020 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
Scuola italiana, se novemila contagi vi sembran troppi

Scuola, se novemila contagi vi sembran troppi (Foto d’archivio Ansa)

Scuola, la febbre che percorre la scuola. Altro che 37, 5, è febbre ben sopra i 38 gradi, è febbre vera e non febbriciattola, è la febbre del non  riaprire.

Scuola con la febbre. Ne sono affetti e contagiati (contagi in aumento esponenziale) i dirigenti scolastici detti una volta presidi, i prof, i sindacati dei prof, i lavoratori amministrativi della scuola, i sindaci, gli assessori e il contagio dilaga anche nelle redazioni di giornali e notiziari di ogni tipo e format.

AGENTE PATOGENO IL NON MI PRENDO LA RESPONSABILITA’

L’agente patogeno, l’infettivissimo virus che porta questa febbre è un organismo annidato da tempo nell’organismo detto società, un virus che ha colonizzato il tessuto sociale, il virus del chi, io? E’ il virus del non mi prendo la responsabilità e, per scansarla, in ogni caso mi lamento a prescindere.

Chi lavora nella scuola (qualcuno nei sindacati pomposamente ha ribattezzato se stesso lavoratori della conoscenza) non vuole tanto l’impossibile, e cioè la garanzia assoluta del non contagiarsi (qualcuno vuole anche questo). Soprattutto vogliono non essere responsabili, non vogliono grane. Sanno ovviamente come tutti sanno che ci saranno studenti e prof (e genitori e nonni) che contrarranno contagio. Vogliono scansare la responsabilità che questo accada e quindi non trovano altra via che chiedere di non riaprire.

L’ERRORE DEL GOVERNO

Il governo fissando la riapertura delle scuole al 14 settembre ha mostrato di non saper far di conto e di non aver né coraggio né capacità di fare 2 più 2. Riaprire il 14 e poi chiudere dopo tre/quattro giorni perché il 20/21 si vota è una roba che a raccontarla si fa fatica a crederci, neanche uno sguardo al calendario…

Le scuole andavano riaperte dopo i giorni del voto o meglio, molto meglio, lunedì 7 settembre. Meglio ancora sarebbe stato far votare altrove, non negli edifici scolastici. In tutte le Regioni dove non c’è il voto amministrativo a solo quello referendario era possibile, più che possibile (più che prevedibile affluenza ridotta). E poi due giorni per votare, unici al mondo! Ma pensarci doveva essere troppa fatica, tutti troppo impegnati a dichiarare contro il Mes o pro riforma elettorale.

IL BOICOTTAGGIO DELLA SCUOLA

Sull’errore del governo si è avvinghiato con golosità il boicottaggio della scuola. Chi boicotta la scuola? Purtroppo soprattutto la scuola stessa (su questo Azzolina voce dal sen fuggita ha ragione). I banchi non sono arrivati! Certo, stanno arrivando e proclamare che non si parte fino all’ultimo banco allineato è nei fatti boicottare. Il gel arrivato basta solo per una settimana! Certo, l’altro gel arriverà. Il dichiarare carestia di gel preventiva è boicottare.

Non ci sono tutti gli insegnanti! Certo, come ogni anno. E in nessuno degli altri anni si chiedeva di non riaprire perché cattedre non tutte assegnate in via definitiva. Farlo oggi con questa motivazione è boicottare. Mascherine, portatele da casa! Una mascherina c’è di certo: quella dietro la quale si cela, neanche tanto, la febbre del non riaprire. La mascherina del manca tutto. Le mascherine ci sono, le stanno distribuendo e scaricare sui genitori il portatevi la mascherina è boicottare.

Boicottaggio della scuola nella generale inconsapevolezza o indifferenza su cosa costi ad una generazione, ad un popolo, un altro anno scolastico compromesso, a scuole mezze chiuse. Nella generale inconsapevolezza, ignoranza e menefreghismo riguardo all’handicap a vita, alla cicatrice che si infligge su bambini e ragazzi tenendo scuole chiuse. Handicap cognitivo, quindi esistenziale, quindi economico.

I lavoratori della conoscenza dovrebbero aver fretta, febbre di riaprire la scuola e non fregola del trovare ciò che c’è a giustificazione e scusa per non riaprire (qualche dio perdoni quegli studenti, sedicenti democratici, che manifestano per il rinvio dell’apertura e si sentono anche socialmente impegnati).

GROTTESCO ITALIANO

A tre giorni dalla boicottata riapertura delle scuole, è pieno Grottesco Italiano. Da due mesi bambini e ragazzi vanno ovunque e hanno contatti ravvicinati con chiunque: in spiaggia, al bar, in piazza, alle feste in casa. Da due mesi l’intera comunità italiana ha accettato di buonissimo grado il rischio insito nella vacanza, nessuno ha obiettato mancanza di mascherina, gel, distanziamento nella estate italiana.

Per la scuola invece, per mandare i bambini e i ragazzi a scuola al contrario si esigono ambienti e modalità impossibilmente asettiche. E dietro l’alibi di questa ovvia impossibilità si ripara la voglia di non riaprire. Fa venire in mente altri giorni di altro settembre, fa venire in mente un lontano giorno di settembre in cui i responsabili si squagliarono e pensarono solo a squagliarsi, fa venire in mente un 8 settembre dei…lavoratori della conoscenza.