Sel, Vendola spiega la sua Sinistra ecologica e libera, “non come il comunismo”

Pubblicato il 24 Ottobre 2010 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola al congresso fondativo di Sel

“Ci eravamo smarriti e ci siamo ritrovati. Uno smarrimento che parla di una sinistra in stato confusionale e che deve cercare di ritrovarsi, ma non per tornare a un luogo antico”. Con queste parole Nichi Vendola ha concluso il proprio intervento al primo congresso di Sinistra, Ecologia e Libertà  a Firenze. Un congresso che ha visto la sua elezione a presidente all’unanimità.

“Sinistra, Ecologia e Libertà”. Il governatore della Puglia chiarisce cosa rappresenta Sel: la sola parola ”sinistra” non basta a definire il nuovo partito, sottolinea. Il governatore della Puglia invita a pensare alla ”importanza” degli altri due termini che definiscono il partito: ‘ecologia e libertà’.

Il termine ”Sinistra” non ingloba necessariamente le altre due parole che, per loro natura non sono definibili parole di sinistra. ”L’ecologia – osserva Vendola – è la parola capace di parlare all’intero genere umano, un termine che richiama un ”francescanesimo laico”.

Quanto alla libertà, ”negata dalle ideologie, come il comunismo reale con i suoi carri armati e gulag, va ricercata partendo dalla condizione dei lavoratori; dei bambini, oggetto di una delle più grandi ingiustizie del mondo; dalla libertàdelle donne; e dal rapporto tra vita e Stato”.

Sì alla laicità, no all’anticlericalismo. Dopo aver dichiarato che “Aldo Moro avrebbe compreso le ragioni della piazza Fiom” e che “il patto tra produttori è un inganno, il conflitto è incancellabile”, Vendola sottoliea che occorre dialogare con il mondo cattolico, rifuggendo l’anticlericalismo.

Il governatore della Puglia ricorda che “la Dc è stata un garante della laicità dello Stato. Tuttavia, la fine dell’unità politica dei cattolici ha generato un’inseminazione di clericalismo in tutta la vita politica. Guai – avverte il leader di Sel – se a questo rispondessimo con pulsioni anticlericali, dobbiamo invece rilanciare dialoghi, aprire varchi. Penso a come Gramsci irrideva a un certo anticlericalismno risorgimentale”, con “un rispetto profondo”.

“La cosa peggiore è chiudere la discussione prima che cominci. Io voglio parlare delle questioni eticamente sensibili, ne voglio parlare anche con la Chiesa – aggiunge il governatore pugliese -. Voglio parlare di un percorso giuridico per persone dello stesso sesso che si amano. Lo dico agli amici del Family Day. Cosa vi ha ferito e vi ferisce, due persone dello stesso sesso che si amano, o le politiche liberiste che hanno impoverito la famiglia?”.

Il welfare. ”La sinistra dovrebbe ridisegnare il welfare della modernirta”’. Lo dice Nichi Vendola al congresso di Sel a Firenze, sottolineando che ”non serve l’assistenzialismo” e che la sinistra deve essere impegnata nel ”dare valore alle persone, a ciascuna persona”. ”Occorre definire i diritti dell’epoca moderna” rifiutando al contempo anche lo schema di ”uno Stato neocompassionevole”.

Sì a un governo tecnico per la riforma elettorale. ”Spero di avere risposte chiare da Bersani”. Nichi Vendola, dal palco del Congresso di Sel, si rivolge al segretario del Pd, osservando che ”il governo di scopo per una riforma della legge elettorale sarebbe senz’altro positivo”, ma che ”stanno entrando in campo ipotesi di governi per fare le riforme”, a cui Sinistra ecologia e libertà non è certo favorevole.

Il leader di Sel ritiene che un governo tecnico, di scopo, sarebbe utile ”se fosse in grado di modificare l’attuale sistema elettorale, che è ha mutilato il pluralismo democratico, e non ha garantito la governabilità, escludendo dal Parlamento pezzi importanti della società”.

”Spero di avere una risposta illuminante da Bersani – prosegue – perché vorrei capire dal Pd se considera ‘tecniche’ anche le riforme economiche, che invece sono riforme di natura squisitamente politica”. ”Ci possono essere – si chiede il leader di Sel – riforme economiche come il fisco, la riforma del mercato del lavoro, che si possano risolvere con scelte neutre? E, inoltre, qual è il terreno comune di queste scelte neutre? Forse è il ‘tremontismo’?”.

Tremonti e la cultura. Sul ministro dell’Economia arriva anche una battuta, relativa ai tagli alla cultura: ”Nel Paese di Verdi e di Guccini, di Rossini e di Mascagni, in cui emergono nuovi registi e attori, vengono fatti tagli draconiani a tutto il settore dello spettacolo”. Lo dice Nichi Vendola al congresso fondativo di Sel a Firenze.

”Purtroppo in Italia, come dimostrano i tagli di Tremonti, la cultura viene percepita come una voce inutile e una spesa parassitaria”.