Senato elettivo: la fronda sale a 35, di cui 18 della maggioranza

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Giugno 2014 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA
Senato elettivo: la fronda sale a 35, di cui 18 della maggioranza

L’Aula del Senato (Foto Lapresse)

ROMA – Sale a 35 la quota dei senatori a favore del Senato elettivo. Una fronda trasversale, che è tornata alla carica con un sub-emendamento di Vannino Chiti che ripropone l’elezione diretta dei senatori, che ha raccolto 35 firme, di cui 18 sono della maggioranza (16 del Pd, più Mario Mauro e Salvatore Buemi). A rischio non è tanto il voto in Commissione quanto quello in Aula.

In una conferenza stampa alla quale hanno preso parte Vannino Chiti, Falice Casson, Mario Mauro, Francesco Campanella e Loredana De Petris è stato presentato un pacchetto di 14 proposte depositate insieme ad altri gruppi. Si riferiscono agli emendamenti presentati dai relatori in Commissione Affari costituzionali del Senato, e saranno quindi votati in quella sede, dove la maggioranza non ha problemi a prescindere dall’accordo con Fi e Lega.

I problemi sorgerebbero invece in Aula, dove il governo Renzi ha ottenuto 169 voti al momento della fiducia. Se i 18 non votassero (su un emendamento poi sono 19) diventerebbero determinanti i voti degli altri partiti, come Forza Italia e Lega Nord.

Tra i 14 emendamenti ve ne è poi uno che ripristina quasi il bicameralismo perfetto. Infatti attribuisce al Senato poteri legislativi non solo sulle riforme costituzionali (come fa anche il ddl del governo), ma anche su una serie di altre materie che potrebbero essere ampliate: rapporti con la Chiesa cattolica e le altre confessioni; la condizione giuridica dello straniero, le libertà personali; la libera manifestazione del pensiero; le garanzie processuali; la tutela della salute; diritti politici e sindacali; casi di incandidabilità, ineleggibilità e conflitto di interessi; norme sul referendum, il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, la magistratura ordinaria, il Csm; l’esercizio della giurisdizione; la Corte costituzionale.

Infine, per tutte le altre leggi approvate solo dalla Camera, se il Senato chiederà modifiche con una determinata maggioranza, Montecitorio potrà respingere tale richiesta solo con una identica maggioranza (nel ddl del governo basta invece la maggioranza assoluta).