Il Senato aspetta la manovra che non c’è. Il governo non ha scritto gli emendamenti

Pubblicato il 31 Agosto 2011 - 16:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Alle ore 16,14 l’Agenzia Ansa disperata comunica: “La Commissione Bilancio del Senato non ha ancora ripresi i lavori dopo la pausa pranzo”. Ma stavolta non è colpa del pranzo abbondante e della digestione lenta dei senatori, stavolta non c’è argomento e “trippa” per l’anti politica che pure di questi tempi rischia di essere nutrita fino all’obesità. Spiega il comunicato dell’agenzia ufficiale di notizie: “Si erano convocati alle 15,30, convocazione saltata. Poi convocazione alle 16,30. Saltata. Poi alle 17,00. Saltata. Si attendono per le 18.00 almeno una parte degli emendamenti del governo alla manovra”. Notare quello “almeno una parte”, c’è lì la disperazione, oggettiva e non soggettiva del cronista. Così che il suo stringato dispaccio d’agenzia ha un che di letterario, è una pagina breve, uno splendido racconto brevissimo di pura letteratura. E c’è lì la notizia, la vera notizia che un semplice cronista non può “dare” ma che pure comunica: il governo la manovra non l’ha ancora nemmeno scritta.

Otto ore ad Arcore e c’erano Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Roberto Maroni e Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri e Giulio Tremonti. C’erano tutti e per otto ore hanno smaneggiato la manovra, la loro e di nessun altro. L’hanno smontata quella di prima e quella di prima non era la prima ma la seconda. L’hanno smontata come i pezzi di un meccano ma, come si evince dalla notizia, 48 ore dopo non erano riusciti neanche a rimontarla. Non li hanno ancora scritti quegli emendamenti su cui chiederanno la fiducia, forse del Parlamento, di certo dei mercati, delle Banche centrali, dei risparmiatori, degli imprenditori, dei lavoratori, degli italiani e pure dei tedeschi e degli altri europei chiamati a comprarsi i nostri titoli di Stato e a garantire per i nostri debiti. Non li hanno ancora scritti, non li avevano ancora scritti 48 ore il grande accordo politico un po’ perché totale accordo non c’è e soprattutto perchè…”neanche le basi del mestiere”. Stanno lì con in mano pezzetti di pensioni, voglia di condoni, saldi di bilancio verificati con il calcolatore del telefonino. Stanno lì non si sa bene chi, come e perché. Il Senato aspetta come una Commissione esaminatrice ansiosa di approvare e promuovere. Ma il governo in 48 ore non è ancora riuscito a “fare i compiti”, neanche un riassunto in bella copia, neanche la messa su carta di un problemino come quello: se la contadina porta al mercato due ricottine ogni cinque minuti, quante ne porta in un’ora? Il disperato messaggio dell’Ansa in fondo suona così: la manovra non c’è ancora e dalla regia comunicano al giornalista, e anche al cittadino, che “tutto quanto annunciato finora è al momento privo di senso”. Come nella vignetta di Altan, solo che non è satira, è pura e genuina e asciutta cronaca parlamentare.