“Roma come Gomorra”. Fanno l’amore nel parco, il Pd Stampete attacca Alemanno

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 31 Agosto 2012 - 11:14| Aggiornato il 17 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Love in the afternoon. La fontana nel parco di Villa Pamphili dove è stata sorpresa la coppia in flagrante attività erotica

ROMA – Sorpresa a far l’amore alle sei del pomeriggio nel parco di Villa Pamphili, la coppia romana non sa di essere finita al centro di un grave caso politico. Grave ma non serio. Al consigliere Pd del Comune, Antonio Stampete, non è parso vero di attaccare, a causa dei due spericolati amanti, il sindaco Alemanno e di evocare per la sonnacchiosa città eterna nientemeno che la Gomorra biblica. Parole come lapilli, a ricordare la pioggia di zolfo e di fuoco con cui la collera di Dio distrusse l’immonda città insieme alla più famosa Sodoma.

Alle agenzie è pervenuto, in tempo reale, il seguente messaggio firmato Stampete: “Lascia perplessi quanto avvenuto di ieri sera al laghetto del Giglio a Villa Pamphili, proprio a due passi da San Pietro, dove una coppia completamente nuda è stata pizzicata dalla polizia mentre era intenta a consumare un rapporto sessuale che non è sfuggito alla vista dei frequntarori del parco. Ormai in città succede di tutto, mancava solo la Roma come Gomorra”.

Noi rimaniamo perplessi, invece, di fronte all’improbabilità di un nesso causale che equipara un singolo, ordinario episodio, qualificato come atto osceno in luogo pubblico con la gestione politica di una città. Per Stampete se quei due amanti troppo accaldati si son lasciati andare è colpa di Alemanno. La sottile ironia di Massimo Gramellini dalle colonne de La Stampa, non poteva lasciarsi sfuggire un bersaglio simile. Il gemellaggio Roma-Gomorra non si era ancora visto, la cura Saviano procura anche fastidiosi effetti collaterali. Gramellini è costretto a notare il rovesciamento imprevisto dei ruoli fissati dalla commedia dell’arte politica italiana, coi bacchettoni a destra e i laici a sinistra.

“L’autore del paragone, Antonio Stampete, non è iscritto alla confraternita dei verginoni scalzi, ma al Pd. Che in teoria, molto in teoria, sarebbe quel partito che si rivolge soprattutto ai laici o comunque a persone a cui l’amore piace farlo e lasciarlo fare senza tabù, magari soltanto con un pizzico di privacy in più rispetto ai frequentatori di parchi cittadini e di ville di presidenti del Consiglio in carica”. Il tutto per una sveltina senza discrezione ai bordi di una fontana. Se pensiamo al “santino” di Fabrizio De Andrè custodito da ogni Festa dell’Unità che si rispetti vengono le lacrime agli occhi. A proposito di fontane e innocenti Gomorre, il magistrale rifacimento di una canzone di George Brassens, per non buttarla sempre in politica.

“Nell’acqua della chiara fontana / lei tutta nuda si bagnava / quando un soffio di tramontana / le sue vesti in cielo portava /dal folto dei capelli mi chiese,/ per rivestirla di cercare / i rami di cento mimose /e ramo con ramo intrecciare / volli coprire le sue spalle /tutte di petali di rosa / ma i suoi seni eran tanto minuti / che fu sufficiente una rosa/ le braccia lei mi tese allora / per ringraziarmi un po’ stupita / io la presi con tanto ardore / che lei fu di nuovo svestita / il gioco divertì la graziosa /che molto spesso alla fontana / tornò a bagnarsi pregando Dio / per un soffio di tramontana”.

Il ponentino fa lo stesso?