ROMA – Vacanze sulla neve, settimane bianche pagate ai consiglieri regionali del Piemonte dai contribuenti; 600 mila euro per trasferte e gettoni di presenza: d0po la Lombardia, il Lazio, la Sicilia e la Campania l’indagine sulle spese pazze dei partiti nelle Regioni si allarga a macchia d’olio. Oggi è stata la volta del Piemonte e dell’Emilia Romagna.
In Piemonte la Guardia di Finanza è entrata negli uffici della Regione e ha portato via tutta la documentazione dei gruppi consiliari dal 2008 in poi. Dopo aver richiesto un parere legale sulla diffusione dei dati, il presidente del Consiglio Valerio Cattaneo ha deciso di pubblicare sul sito del Consiglio i dati che riguardano le autocertificazioni e i rimborsi dei viaggi dei consiglieri, degli assessori e dei membri dell’Ufficio di presidenza. Si è dunque scoperto che il Piemonte ha speso per indennità di presenza e trasferte dei consiglieri circa 590 mila euro nel solo 2011. Fondi concessi in base ad un’autocertificazione così come previsto dalla legge regionale del 2001.
La Guardia di Finanza è intervenuta in Piemonte a seguito della denuncia in tv del parlamentare del Pdl, Roberto Rosso, secondo il quale anche nel consiglio regionale piemontese, come in quello del Lazio, ci sarebbe un “sistema Fiorito”, ovvero un sistema con il quale i consiglieri si sarebbero spartiti deliberatamente i fondi di partito per uso personale. “Tu fai figurare che ti sposti da un posto a un altro – ha spiegato Rosso al Fatto Quotidiano – poi vai a cercare un consigliere comunale del luogo e ti fai rilasciare una ricevuta in cui figura che tu sei in missione per conto della Regione. Così incassi l’indennità di missione e pure il rimborso chilometrico per gli spostamenti”. E ha rincarato aggiungendo che questo modello è stato replicato anche da un suo ospite a Sestriere – consigliere anche lui, ma il cui nome resta top secret – che si è fatto rimborsare la settimana bianca dalla regione Piemonte. Una presunta trasferta pagata a peso d’oro dai contribuenti, anche se le giornate si sono passate a sciare o a bere vin brulè.
Oltre al Piemonte la Guardia di Finanza ha iniziato ad indagare anche sui conti della Regione Emilia Romagna. E’ partita una maxi-inchiesta ad ampio raggio sulla spesa dei gruppi consiliari (ma probabilmente non solo quelle), condotte da un pool investigativo apposito che lavora a pieno ritmo con l’obiettivo di fare luce su eventuali cattive gestioni o sprechi di soldi da parte dei gruppi di Viale Aldo Moro. La nuova maxi-inchiesta si aggiunge alle altre tre su cui la procura stava già lavorando: quella sui rimborsi elettorali della Lega Nord (di cui si occupava il pm Plazzi), quella sulle spese del gruppo Idv nel mandato 2005-2010 2e quella sulle interviste a pagamento 3 realizzate da alcuni consiglieri regionali (entrambe affidate al pm Scandellari).
Le inchieste di oggi si aggiungono quindi a quelle già aperte sul presidente della Regione Lombardia Formigoni, sulla Regione Sicilia, sulla Regione Lazio e su quella Campana. E proprio oggi, la Regione Calabria ha pubblicato i conti della Regione sulle spese dei gruppi consiliari.
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