Shoah inventata, 15,6%! Germania anni ’30: gli ammazza ebrei erano meno

di Lucio Fero
Pubblicato il 31 Gennaio 2020 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA
Shoah, Ansa

una parete sulla quale sono proiettati i nomi degli ebrei italiani deportati nei campi di sterminio nazisti al Memoriale della Shoah di Milano (foto Ansa)

ROMA – Shoah inventata, Olocausto degli ebrei (e degli zingari, slavi, omosessuali, comunisti) sostanzialmente una balla. Sei milioni di ebrei eliminati dalla faccia delle Terra nei lager e altri cinque milioni di umani imperfetti o sgraditi ammazzati per via di fame, stenti, fatica, malattie, sevizie o direttamente prima per via di pallottola e fossa comune e poi per via di doccia al gas, una riuscita e gonfiata montatura. Così hanno risposto, chissà se sovrappensiero o magari con un sorriso lieve, il 15, 6 per cento degli italiani sottoposti a domanda Eurispes. Forte è la tentazione il giorno dopo di perdonarli in nome del non sanno con esattezza e precisione cosa hanno risposto e detto. Tentazione sbagliata, in questo caso il perdono evangelico è sbagliato e improprio, non coglie infatti che quel 15 e passa per cento sa, eccome se sa, quel che pensa e dice.

Quindici e passa per cento degli italiani 2020 che se la sente di dire ad alta voce che lo sterminio nazista è propaganda. Cui va aggiunta la percentuale sorella del 60 e passa per cento degli italiani secondo i quali gli atti, le manifestazioni, le organizzazioni neo naziste qui e oggi sono “fatti isolati o scherzi”. Le due percentuali si tengono per mano. Ma restiamo per ora a quel quindici e passa per cento.

Non esistono ovviamente controprove fattuali ma un sondaggio che si fosse tenuto nella Germania inizio anni ’30, nella Germania già hitleriana ma non ancora impegnata nella “soluzione finale” che risultati, percentuali avrebbe dato? Quanti in Germania all’inizio degli anni ’30, Hitler già Cancelliere, avrebbero sottoscritto l’opinione che gli ebrei andavano eliminati come razza, sub specie umana? Meno, molto meno del 15 e passa per cento di italiani che oggi dicono Olocausto non esserci mai stato.

Questo per dare un accenno delle proporzioni del significato di quel 15 per cento. Le condizioni di partenza della pubblica opinione tedesca erano nei confronti degli ebrei all’inizio degli anni ’30 migliori di quanto non siano oggi qui. Negare via sia stato l’Olocausto, accusare quindi gli ebrei (e i loro complici) di esserselo inventato è la peggiore e più massiccia minaccia che si possa sibilare e promettere ad ebrei e complici (i soliti: i comunisti, gli omosessuali, i rom, gli intellettuali, le banche i popoli inferiori…). Al punto che vien da non credere al sondaggio. Lo ha fatto Paolo Mieli, ipotizzando un rispondere tra il distratto, l’inconsapevole e il provocatorio. Oppure vien da esorcizzare come ha fatto Enrico Mentana e fanno in tanti: “la mamma dei fessi”. Fessi… si fa finta di colpire duro con la parola, in realtà si mette la coda tra le gambe di fronte a ciò che fa paura comprendere.

No, in Italia qui e oggi non c’è il 15 e passa per cento di aspiranti SS, però quella percentuale non è figlia di un abbaglio. Esiste e va messa in carico a precise responsabilità. Deve magari terrorizzare, ma stupire, sorprendere no.

Negare la Shoah sia mai esistita nella realtà è prole legittima di un pensiero che viaggia da tempo indisturbato, anzi coccolato alquanto. Il pensiero secondo il quale ciò che è ufficiale, accertato, sta nei libri è proprio perché ufficiale, accertato e scritto, sospetto e falso. Non bisogna essere nazisti per masturbarsi con questo pensare, basta possedere un buon mix di ignoranza, protervia e presunzione. E un pizzico di stupidità. La luna, i vaccini…tutte balle inventate dai poteri forti, chi non lo sa? L’ufficiale è in quanto tale imbroglio e falso è il prodotto di una pedagogia pezzente quanto a cultura ma ricca di gravami psicoanalitici. Non di rado si è travestita niente meno che da contro informazione. Tra l’altro ci si fanno anche bei soldi (cure alternative e similia…). Tra l’altro, ci si guadagnano pure voti. Alla peggio ci si fa un libro cui nessuno rifiuterà una pensosa presentazione.

Negare che l’Olocausto sia mai esistito nella realtà e “rivelare” che i campi di sterminio erano semplici prigioni è prole legittima di altri riveriti lombi del pensare contemporaneo. Non c’è bisogno di attendere le scie chimiche e l’uno vale uno di M5S, ancor prima la narrazione e divulgazione che si definì l’unica vera democratica andava stabilendo per via di tv che un’opinione è libera da ogni fardello. L’opinione non ha oneri, di coerenza, documentazione, men che mai autorevolezza. L’ignoranza è popol puro, questo lo aveva celebrato Santoro molto prima di Grillo.

Terza discendenza diretta di quel 15 più 60 per cento secondo cui Olocausto un film e neo nazisti bravate goliardiche la risposta sussiegosa e in fondo vigliacca di chi dovrebbe sapere e capire. Episodi isolati? A quale quota, cento, mille gli episodi fanno catena? E infine la ributtante ma accettata ipocrisia per cui ogni volta che un consigliere comunale o una prof della medie (gli ultimi due) dicono in pubblico che Pertini era un brigatista rosso o che cari alunni non state a sentire, la Segre racconta balle, poi si …scusano. Si scusano! Scuse furbastre, insincere, salvacondotto per farla franca, scuse sberleffo e doppio sfregio. Scuse accettate, subito, per pigrizia pavida e irresponsabile. Poi ci si meraviglia spunti fuori quel 15 per cento.