ROMA – Il ”vecchio” e il ”bambino” del Pd, e cioè Sergio Chiamparino e Matteo Renzi, rompono la tregua che Pier Luigi Bersani aveva chiesto fino alle amministrative di maggio. E mettono in discussione la strategia della ‘grande alleanza’, cavallo di battaglia del segretario. Il tutto sotto lo sguardo compiaciuto di Walter Veltroni che rilancia sulle primarie.
La mossa probabilmente rimetterà in moto le dinamiche interne al Pd in vista della Direzione nazionale, convocata dalla presidente Rosy Bindi per il 28 marzo. Il sindaco di Torino, agli sgoccioli del suo mandato, e quello di Firenze, sono stati ospiti della fondazione di Walter Veltroni, Democratica, in un incontro sul buon governo della città.
Visti i ”boatos” che da settimane parlano di manovre per dar vita a una nuova Margherita o a un nuovo Asinello, Renzi ha chiarito di non essere della partita: ”Non ne possiamo più di nuovi partitini. Non sopporto chi esce da un partito per fondarne un altro più piccolo, perché costoro dovrebbero avere la dignità di liberare la seggiola”. Insomma il suo impegno è tutto interno al Pd per ”fargli perdere l’abitudine a perdere le elezioni”.
Renzi ha subito bastonato Bersani, ammettendo di non aver firmato l’appello alle dimissioni di Berlusconi: ”Il nostro compito – ha spiegato – è dire agli italiani che cosa vogliamo fare quando l’attuale premier andrà a casa. Dobbiamo costruire un’altra realtà politica fatta di progetti senza l’ossessione di Berlusconi e del berlusconismo”. Il corollario è che il Pd deve lavorare al proprio progetto di alternativa credibile al centrodestra. E in tal senso, hanno concordato Renzi e Sergio Chiamparino, ”va rivista la strategia della grande alleanza”, come ha detto il sindaco di Torino, e ”va accentuato il messaggio che il Pd manda al paese per creare un’alternativa prima nel paese e poi nelle alleanze politiche”.
”Se si vuole cambiare epoca politica, andare oltre il berlusconismo bisogna convincere che c’è un’alternativa credibile”. Cosa che evidentemente non si riesce a fare, come dimostrano i sondaggi in possesso del Pd. Se infatti il Pd cresce, lo fa a danno di Sel e Idv, mentre i voti in fuga dal centrodestra finiscono nell’astensione. Il regista dell’incontro Renzi-Chiamparino,Veltroni, annuisce sull’insufficienza dell’anti-berlusconismo: “Non basta dire – sostiene – che siamo all’autunno del berlusconismo ma bisogna preparare la primavera del Paese”.
L’ex segretario rilancia anche sulle primarie, annunciando una proposta di legge per renderle obbligatorie per tutti i partiti. Non solo esse sono essenziali alla possibilità di una scalata sul Pd e sul centrosinistra, ma in esse avrebbe qualcosa da dire anche Chiamparino, tra poco senza le incombenze da sindaco. Veltroni poi, insieme agli altri due fondatori dei Modem, Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni, non sta con le mani in mano: il Movimento terrà una nuova convention il 4 aprile, questa volta a Roma, nella sede della Confcooperative, cioè le ”coop bianche”, per indicare l’allargamento degli interlocutori sociali.
In movimento sono anche gli ulivisti di Arturo Parisi e Mario Barbi. E anche nella maggioranza interna ci si muove. Il 26 e 27 marzo, Dario Franceschini radunerà la sua componente, Area Dem a Cortona. Questa volta con la presenza di Bersani: anche per il segretario un occasione di rilancio della linea in vista della Direzione del giorno dopo.