Si vota, le Regioni sfornano leggi “ad electionem”

di Alessandro Avico
Pubblicato il 1 Febbraio 2010 - 15:11| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Altro che “doppi forni” delle alleanze. Per le imminenti elezioni regionali, 28 marzo, è acceso e sforna che è un piacere ben altro “forno”, quello delle leggi acchiappa-voti. Il forno lavora di buona lena in ognuna delle tredici Regioni in cui si vota. Ecco quello che è già cotto oppure in cottura. Una serie di leggi, chiamate “misure elettorali”.

Prima di tutto la quantità, la frenesia legislativa: le 13 regioni al voto hanno messo insieme oltre 500 provvedimenti, con un’accelerazione notevole rispetto al 2006, quando le nuove leggi erano state 402 (il 25,6% in meno). Anche se si sceglie un riferimento più vicino, il 2008, la crescita è quasi del 10 per cento. Le Regioni al voto hanno inoltre viaggiato complessivamente al ritmo di 1,4 leggi approvate al giorno nel 2009, già 12 nel solo gennaio 2010. Il top del 2009 spetta alla Ligura con 67 leggi in un anno, segue la Toscana con 65.

Ma quali sono i provvedimenti presi? L’ultimo treno, quello della finanziaria regionale, è già passato in molti casi e porta in carrozza stabilizzazioni di precari che sarebbero dovute finire con l’ultima finanziaria nazionale, sconti fiscali che non si vedevano da anni e ritocchini mirati ai dipendenti delle amministrazioni.

Allora vediamo nel dettaglio alcune di queste leggi “ad electionem”. In Liguria, secondo un nuovo provvedimento, per accedere al concorso riservato interamente ai precari, basterà aver maturato un anno (e non tre) di lavoro. In questo modo i cancelli sembrano aprirsi anche per i contratti a tempo determinato. Situazione analoga nelle Marche dove una nuova normativa prevede la proroga degli attuali contratti temporanei, anche per il personale assegnato agli uffici di giunta e consiglio. Sempre nelle Marche viene assegnato il riconoscimento pieno ai fini previdenziali del periodo di lavoro precario effettuato prima del 1979 dai lavoratori degli organismi indipendenti della Regione.

Per quanto riguarda il ritorno degli sconti fiscali, in Puglia è stato deciso di destinare gran parte di un tesoretto di 76 milioni per abbattere l’addizionale Irpef sui redditi alti (nel 2010 sarà lo 0,9% per tutti). Strada simile anche per il Veneto, che ha scelto di non rinnovare la maggiorazione fino allo 0,5% sull’addizionale Irpef per i redditi superiori a 29.650 euro, prevista nel 2008 e 2009. In Piemonte è stato stimato un fondo di 3 milioni come sostegno ai lavoratori dipendenti in difficoltà.

Se poi tutta questa serie di leggi non dovesse bastare per vincere le elezioni c’è chi comunque cadrà sempre in piedi. Sono i governatori uscenti che potranno godere di robuste buonuscite e pensioni. Per il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni buonuscita già maturata da 160 mila euro ed una pensione da 5 mila euro al mese. Per il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino un assegno da 100 mila euro ed una pensione che pesa il 45% delle sue indennità mensili lorde. Sono solo due nomi per due Regioni ma la cifra per le altre è comunque la stessa: alta. Buonuscite e pensioni più onerose di quelle che spettano ai parlamentari.

Le “leggi-mancia” ci sono, i candidati (seppur a fatica specie in Puglia e nel Lazio) anche, vitalizi e pensionamenti  per i governatori uscenti pure: il quadro per le elezioni regionali del 28 e 29 marzo è completo, ora si può andare alle urne.