Sicilia, Lombardo tenta di stabilizzare i precari. Stop del commissario dello Stato: “E la copertura?”

Pubblicato il 21 Dicembre 2010 - 23:39 OLTRE 6 MESI FA

Raffaele Lombardo

La speranza di essere stabilizzati, senza concorso pubblico, per i circa 23 mila precari che prestano servizio negli enti locali siciliani si è infranta nello stop del commissario dello Stato ad alcune norme del disegno di legge che prevedeva questa ipotesi.

Rimane però intatta la possibilità di prorogare i loro contratti per altri due anni. Stessa decisione ma solo per un anno invece per gli altri centinaia di precari della Regione siciliana. Tutti tranne quelli che prestano servizio nei consorzi di bonifica.

Il provvedimento era stato presentato dal governo guidato da Raffaele Lombardo e approvato in aula all’unanimità  la notte del 14 dicembre scorso. ”La stabilizzazione dei precari è una scelta moralmente e finanziariamente ineccepibile quanto irrinunciabile”, afferma il governatore.

Ed aggiunge: ”La lunga, e non nobile, storia del precariato, comunque, verrà chiusa. Si sapeva che alcune parti della norma potevano essere impugnate ma adottando i necessari provvedimenti si raggiungerà l’obiettivo prefissato. Ne siano certi gli interessati perché l’impegno preso verrà mantenuto. La norma sarà difesa di fronte alla Corte Costituzionale, laddove l’Assemblea regionale siciliana, come auspicato, decida di ripresentare le parti impugnate, con apposito disegno di legge”.

Per il vice commissario, prefetto Demetrio Missineo che ha impugnato il provvedimento ”il concorso pubblico è  innanzitutto, condizione per la piena realizzazione del diritto di partecipazione all’esercizio delle funzioni pubbliche da parte di tutti i cittadini”. Inoltre nella legge manca la copertura finanziaria adeguata. E questo rispetto a un bilancio regionale, che ”presenta, secondo quanto rilevabile dall’analisi dei conti consuntivi dell’ultimo triennio, un deficit strutturale di circa 1.500 milioni di euro all’anno”.

Per quanto riguarda infine la proroga dei rapporti di lavoro la norma prevista nella legge varata dal parlamento siciliano si connota ”come uno strumento surrettizio per consentire l’immissione definitiva in ruolo dei dipendenti in questione – si legge nell’impugnativa – indipendentemente da qualsiasi forma di procedura selettiva pubblica nonché dalla necessaria, preventiva verifica dei fabbisogni di personale degli enti e dalla conseguente programmazione delle assunzioni”.

”Questa legge è un atto di responsabilità con la ‘a’ maiuscola – osserva l’assessore regionale al Lavoro Andera Piraino – e il governo dovrà difenderla a testa alta di fronte alla Corte Costituzionale”. Per Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Ars: ”L’impianto della legge ha tenuto. Adesso – sostiene – il processo di stabilizzazione potrà avvenire in deroga ai vincoli di stabilità per i comuni che, a tal fine, dovranno considerare solo la parte finanziaria a loro carico e non il contributo che la Regione eroga per i precari (fra l’80 e il 90%)”.

Secondo il capogruppo del Pid, Rudy Maira: ”Ci era sembrato,un tentativo demagogico quello di annunciare stabilizzazioni sic et simpliciter senza un aggancio alle normative ed alla giurisprudenza nazionali”.