Sicilia: la maggioranza Pd-Mpa cerca l’intesa anche per le amministrative

Pubblicato il 24 Marzo 2011 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – Il via libera dell’Assemblea regionale siciliana alla legge sulla semplificazione amministrativa e alla riforma elettorale per gli enti locali fa tornare il sorriso nella maggioranza: la coalizione che sostiene Raffaele Lombardo vogliono fare tesoro della prova d’aula superata pur tra mille incidenti come il no alla preferenza di genere che ha suscitato la protesta delle donne soprattutto a sinistra, per cercare di raggiungere accordi elettorali per le amministrative del 2012 (anno in cui entrerà in vigore la riforma per comuni e province) e soprattutto per quelle di fine maggio.

L’analisi del segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, va proprio in questa direzione: ”Il Pd e l’intera coalizione escono rafforzati e avranno più opportunità di affermarsi alle amministrative del 2012”. Inoltre, aggiunge, ”si rafforza l’intesa con il Mpa, con l’Udc e con i partiti che hanno sostenuto la riforma elettorale e la legge per la semplificazione amministrativa”.

Ma il governatore e fondatore del Mpa, Raffaele Lombardo, rilancia l’idea di ”una forza politica autonomista che raccolga uomini e donne di tutte le regioni del Sud”. Intanto, guardando ai risultati d’aula, la maggioranza canta vittoria. ”Abbiamo approvato una riforma storica”, sostiene il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, commentando la legge elettorale che prevede, tra le tante novità, il doppio voto confermativo per candidati al consiglio e sindaci e presidenti di provincia.

”Rimane il rammarico per il no alla preferenza di genere”, aggiunge Cracolici che trova sponda nel capogruppo del Mpa, Francesco Musotto, secondo cui il voto segreto che ha bocciato l’emendamento bipartisan ”è stato una caduta di stile” e ”bene hanno fatto le donne che seguivano i lavori d’aula tra il pubblico a protestare anche in modo violento”. Poi rivela: ”Lombardo mi ha telefonato mentre ero in aula per spingermi a fare votare quella norma”.

Ma il capogruppo del PdL, Innocenzo Leontini che rivendica il voto contrario alla legge elettorale (”non è affatto una riforma”) pur avendo contribuito a modificarla (l’opposizione ha inserito la norma sul proporzionale a turno unico nei comuni tra 10 e 15 mila abitanti), mette le mani avanti: ”Il voto contro la preferenza di genere è stato trasversale, ha riguardato più il Pd e il Mpa che il centrodestra”.

Alle spalle le due leggi, l’opposizione attende ora il governo al varco di bilancio e finanziaria. Il Pdl esclude che da qui al 12 aprile, quando l’aula comincerà a esaminare i documenti contabili, a sala d’Ercole possano arrivare altri ddl. ”La finestra legislativa è chiusa”, avverte Leontini che così sbarra la strada alla proposta fatta da Cracolici: portare in aula il ddl varato in commissione regionale Antimafia sulla decadenza dei nominati nella pubblica amministrazione colpiti da un rinvio a giudizio per alcuni reati elencati nella stessa norma.

Si sofferma sul dialogo il presidente dell’Ars, Francesco Cascio. ”Con questo regolamento parlamentare, che andrebbe modificato in alcune parti ma ora non ci sono le condizioni – osserva – non si possono fare leggi in un clima di muro contro muro, anche perché l’ostruzionismo fa comodo”.

Poi riferendosi alla proposta di un governo di unità regionale che aveva suscitato critiche nel suo stesso partito, afferma: ”Probabilmente avevo detto cose sensate”. E a chi lo critica per le assenze in aula replica: ”Ho tirato la carretta per tre anni, con me sono state approvate 80 leggi”. Intanto il governo Lombardo, che continua a trattare con lo Stato sulla compartecipazione alla spesa sanitaria e sui temi del federalismo fiscale, incassa il rating A+ da Stantard & Poor’s.