Sicilia, presidenza da 12 poltrone. M5s ne chiede altre: alla Camera sono 18

di Daniela Lauria
Pubblicato il 3 Luglio 2013 - 16:43 OLTRE 6 MESI FA
Sicilia, presidenza da 12 poltrone. M5s ne chiede altre: alla Camera sono 18

Palazzo dei Normanni a Palermo, sede dell’Ars

PALERMO — L’Ufficio di Presidenza della Regione Sicilia, già lievitato nei mesi scorsi a quota 12 membri rispetto ai 9 del passato, ha rischiato martedì di raggiungere un nuovo record: 14 consiglieri, ovvero due poltrone in più, spinti soprattutto dalle pressioni dei Cinque Stelle che invocano, a loro avviso, il sacrosanto diritto a vedersi rappresentati in quanto uno dei gruppi più numerosi.

Ma l’ufficio di presidenza della Camera, 630 parlamentari governati da un consiglio di 18 rappresentanti, ha stroncato le aspettative dei deputati siciliani facendo leva sui tempi di magra e sventolando lo spettro della spending review. Per la verità il Movimento 5 Stelle un rappresentante in gabinetto ce lo aveva: tale Antonio Venturino, vice del presidente Giovanni Ardizzone, che però ha divorziato da Grillo continuando ad intascare la ricca diaria di 8mila euro al mese.

Un tradimento, per il capogruppo Giancarlo Cancelleri che invano ha chiesto le dimissioni di Venturino. E ora rivendica una poltrona pentastellata, poco importa se con questo si allarga a dismisura un organo già dilaniato dalla divisione di altri gruppi in gruppetti.

Il presidente Ardizzone infatti ha già concesso in passato tre deroghe, complice il Regolamento interno che glielo ha consentito: è il caso di Grande Sud, Cantiere popolare e Democratici riformisti che hanno fatto inserire nel consiglio Maria Luisa Lantieri, Salvatore Cascio e Salvatore Lo Giudice. E così da 9 i posti a sedere sono diventati 12 ma sarebbero saliti a 14 se fossero state ascoltate le richieste dei grillini e di Nello Musumeci, anche lui in lotta con le fughe di parlamentari.

Senza considerare il numero ridicolo che non è molto distante dai 18 di Montecitorio e tralasciando le lungaggini in cui incorrerebbe ogni riunione con 14 componenti intenti a portare acqua al loro mulinello di 3 deputati, lo scandalo è che ognuna di quelle poltrone costa la bellezza di 150 mila euro l’anno. E senza “multe” in caso di assenteismo perché quei sei più altri 26, capigruppo e presidenti di commissione, non sono soggetti alla trattenuta di 224,90 euro sulla base diaria in caso di assenza.