Berlusconi, 28 minuti di pianto elettorale: “Io vittima della mafia”

Pubblicato il 24 Gennaio 2013 - 13:45| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Sono vittima della mafia, scappai in Spagna e feci studiare i miei figli in casa”. Ben 28 minuti di “piangi e fotti” l’intervento di Silvio Berlusconi della trasmissione in onda su Radio 2. Berlusconi ha smentito i suoi presunti rapporti con la mafia e accusato il governo di Mario Monti di avergli ridotto la scorta proprio ora che la sua sicurezza è a rischio.

Parlando dei rapporti con la mafia, Berlusconi ha detto: “Io l’ho giurato una volta sui miei figli e nipoti, le cose che ho più care. Ho dovuto portare la mia famiglia fuori Italia perché eravamo stati minacciati, siamo andati in Spagna, ho dovuto mettere le grate alle finestre e ho fatto fare le scuole in casa. Io ho pagato il fatto di essere un imprenditore di successo, la mafia mi ha preso di mira voleva riscatti, mai pagati, per i miei figli”.

Poi il Cavaliere prosegue: “Accompagnavamo con le guardie i mie figli a scuola. Una mattina mia moglie telefonò per sapere se erano arrivati e loro non erano ancora a scuola. Ci fu un problema di traffico ma a noi prese uno spavento, decidemmo di non mandarli più a scuola. Io sono vittima della mafia’”.

Poi parla della sua sicurezza, messa a rischio dalla riduzione della sua scorta in tempo di campagna elettorale: “Il generale che ha come preoccupazione la mia sicurezza mi ha pregato di non andare nelle piazze preferendo i luoghi chiusi. Questo governo, invece, apprestandomi io a compiere un giro d’Italia con grande tempestività mi ha ridotto la scorta”.

Berlusconi torna poi a scherzare sull’abbronzatura di Barack Obama:  “Abbronzato era un complimento. Io avrei voluto avere il suo colore che fa salute”.

NESSUNA RIDUZIONE SCORTA – Sta avvenendo in questi giorni, secondo quanto ha appreso l’Ansa, il passaggio dagli 007 dell’Aisi al Viminale della responsabilità di tutelare Silvio Berlusconi. Non sarebbe però previsto alcun taglio nel livello di protezione, che sarebbe quello massimo previsto per personalità a ”rischio imminente ed elevato”.

La legge prevedeva che Berlusconi potesse avvalersi del servizio di scorta dell’Aisi (una ventina di uomini divisi in diversi turni) fino ad un anno dopo la cessazione della carica di premier. Fino allo scorso novembre, dunque. Ma la tutela assicurata dal servizio segreto interno è proseguita anche oltre quel termine, fino a questi giorni, in cui sta avvenendo il passaggio di consegne con il Viminale.

Questo passaggio, sempre secondo quanto si apprende, starebbe comportando un ritorno alle amministrazioni di competenza degli uomini dell’Aisi che da anni seguivano l’ex presidente del Consiglio, con conseguente perdita della consistente indennità da ‘007’. Fatto che avrebbe provocato malumori tra gli storici ‘angeli custodi’ di Berlusconi.