Berlusconi: “Contro me falsità. Sono vittima dei magistrati”

Pubblicato il 12 Settembre 2011 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Silvio Berlusconi ribadisce: ancora una volta e’ vittima di una persecuzione giudiziaria. I magistrati vogliono metterlo all’angolo. Contro di lui sono state dette solo falsita’. Non solo per quanto riguarda la manovra. Anche in questa ennesima inchiesta di Napoli. Cosi’, secondo quanto si apprende in ambienti della maggioranza, e’ molto difficile che il premier si presentera’ a breve davanti ai Pm che stanno indagando sul caso ‘Lavitola-Tarantini’ per fornire la sua versione dei fatti in qualita’ di persona offesa.

Martedi’, spiega anche ai cronisti, e’ stato costretto a ‘disertare’ per ragioni definite da lui stesso ”improrogabili”. Deve andare in Europa da Van Rompuy e da Barroso per spiegare la manovra messa a punto dal governo. Ma e’ probabile che anche eventuali prossimi appuntamenti possano andare deserti.

Sostanzialmente, si spiega nel Pdl, per tre ragioni: la prima e’ che nessuno potra’ obbligarlo a parlare con i magistrati visto che anche, se si arrivasse mai alla richiesta di accompagnamento coatto, la misura dovra’ sempre passare per le ‘forche caudine’ della Giunta per le Autorizzazioni della Camera. Dove il centrodestra e’ sempre in maggioranza.

La seconda e’ che in diversi, tra i tecnici della giustizia del partito, temono che da ‘vittima’ del ricatto, che sarebbe stato ‘ordito’ ai suoi danni dall’imprenditore barese Giampaolo Tarantini e dal direttore de ”L’Avanti” Valter Lavitola, alla fine il suo ruolo possa venire trasformato in quello di imputato. Se, infatti, il premier dovesse raccontare episodi che risultassero in contrasto con le prove raccolte dagli inquirenti, potrebbe anche profilarsi all’orizzonte un’accusa per falsa testimonianza. E in questo caso, si spiega ancora nel centrodestra, la vicenda potrebbe complicarsi.

La falsa testimonianza, infatti, e’ un reato (art.372 codice penale) per il quale la condanna e’ da 2 a 6 anni. Il che significa che la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici potrebbe diventare perpetua (dopo i 5 diventa perpetua). Per il momento, pero’, la vicenda sulla quale sta indagando la Procura di Napoli non e’ ancora nella fase del dibattimento, pertanto il reato che ora potrebbe eventualmente profilarsi sarebbe quello delle ‘false informazioni al pubblico ministero’ (art.371 bis). Pena prevista: fino a 4 anni di reclusione.

Il magistrato, pero’, potrebbe anche attendere il dibattimento e decidere di riconvocarlo semplicemente come teste. Ma qui si tornerebbe al problema iniziale. In ogni caso, ragionano i ‘tecnici’, i tempi sarebbero lunghi. Soprattutto per arrivare a un’eventuale condanna definitiva per la falsa testimonianza.

Terzo motivo: si vorrebbe evitare l’incontro con i Pm anche per evitare che la competenza territoriale della vicenda giudiziaria si incardini davvero a Napoli. Nel Pdl, infatti, si ribadisce come la Procura campana non avrebbe alcun titolo ad indagare considerando, tra l’altro, che l’eventuale dazione di denaro a Lavitola sarebbe avvenuta a Roma. Il Cavaliere starebbe studiando cosi’, insieme a legali e fedelissimi, il da farsi. Anche se sembra piuttosto remota, forse per le tesi sin qui sostenute, l’ipotesi di presentare delle memorie scritte. Benche’ il Procuratore Giovandomenico Lepore si sia detto sin d’ora ”pronto a valutarle”. Piu’ di un tecnico, intanto, parla di tentativo da parte dei magistrati di far scattare ”una trappola” per mettere all’angolo Berlusconi.